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La guerra li vuole nemici, Miranchuk e Malinovskyi si abbracciano appena si vedono in spogliatoio

Il russo Aleksey Miranchuk e l’ucraino Ruslan Malinovskyi non si erano ancora incontrati da quando è iniziata la guerra: Matteo Pessina racconta cosa è successo nello spogliatoio dell’Atalanta appena si sono visti.
A cura di Paolo Fiorenza
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Sinisa Mihajlovic una volta spiegò in modo tragico e stordente cosa significhi la guerra, lui figlio di padre serbo e madre croata: "Mio zio, croato e fratello di mia madre, voleva ‘scannare come un porco' – disse così – mio padre serbo". È la fine di ogni rapporto anche familiare e di amicizia, spesso in nome di ideali artificiosi e indottrinati dall'alto, è l'abbrutimento dell'essere umano ad una condizione bestiale. Le immagini che in questi giorni arrivano dall'Ucraina, pesantemente attaccata dalla Russia, restituiscono esattamente il senso della barbarie che ancora una volta non risparmia neanche i bambini innocenti, che nulla sanno di guerre, Putin e minacce nucleari.

Lontano dal campo di battaglia tuttavia si moltiplicano gli appelli di tanti russi – sportivi, artisti, scienziati – a porre fine a tutte queste atrocità ed anche la protesta interna al regime di Putin ha dato segnali importanti con manifestazioni di piazza – duramente represse – in molte città. In casa Atalanta ci sono due giocatori che la guerra vorrebbe mettere l'uno contro l'altro, ma non è così che è andata, non è così che andrà. Il russo Aleksey Miranchuk e l'ucraino Ruslan Malinovskyi non si erano ancora incontrati dall'inizio della guerra, visto che la squadra di Gasperini era partita mercoledì scorso per Atene, dove il giorno successivo ha giocato e stravinto la gara di ritorno dei sedicesimi di Europa League contro l'Olympiacos, qualificandosi per gli ottavi dove affronterà il Bayer Leverkusen.

Malinovskyi a segno contro l'Olympiacos
Malinovskyi a segno contro l'Olympiacos

Sull'aereo per la Grecia non c'era l'infortunato Miranchuk, rimasto a Zingonia a proseguire la riabilitazione, e dunque il 26enne nazionale russo ha assistito dalla televisione alla doppietta dello scatenato Malinovskyi, che dopo aver segnato ha esposto a favore di telecamere la scritta "No war in Ukraine". L'incontro tra i due è avvenuto dunque soltanto venerdì, al ritorno dalla squadra a Bergamo. Cosa è accaduto in quel momento lo ha raccontato con un toccante post su Instagram il loro compagno Matteo Pessina.

"Nel nostro spogliatoio i due popoli coinvolti in guerra hanno i volti di Ruslan e Aleksey. ‘Mali' un ragazzo introverso, disponibile e con un carattere forte. ‘Mira' un ragazzo semplice, forse il più buono che conosca, timido e con passioni molto simili alle mie. L'altro giorno, mentre la follia della guerra metteva contro Russia e Ucraina, loro a Zingonia si sono abbracciati. E noi ci siamo stretti a loro e continueremo a farlo in questo momento difficile come una grande famiglia. Questo è il calcio che unisce ciò che la follia umana prova a dividere. Stop alla guerra in Ucraina!", ha scritto l'azzurro campione d'Europa.

Un abbraccio vero, forte, non esiste guerra che possa spezzarlo. Miranchuk e Malinovskyi sono amici sinceri e il secondo – poiché che parla russo – ha aiutato il primo ad ambientarsi dopo il suo arrivo all'Atalanta, facendogli da interprete. Un rapporto solido a dispetto della rivalità per un posto in squadra, visto il ruolo simile di trequartista o seconda punta. Sono uomini, compagni, fratelli: li abbracciamo forte anche noi.

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