La guerra dei calciatori ucraini contro Putin, in campo e fuori: “Ti auguro una morte dolorosa”
In Ucraina il campionato di calcio è sospeso, decisione inevitabile dopo l'invasione subita dalle truppe di Putin. La guerra ha incendiato quel lembo di Europa che fa da cuscinetto con la Russia. Riflessi di quanto sta accadendo sullo scenario internazionale ci sono anche nel mondo del calcio: mentre la Uefa si limita per adesso a "osservare" l'evoluzione della situazione ed esclude prese di posizioni ufficiali (come il cambio di sede della finale di Champions League, in programma a San Pietroburgo a maggio), messaggi molto forti arrivano dai calciatori ucraini che giocano in Europa.
Nei giorni scorsi era stato Andrij Shevchenko (ex ct della nazionale del suo Paese) a far sentire la sua voce: "Insieme vinceremo, gloria all'Ucraina!" il messaggio dell'ex calciatore del Milan ed tecnico del Genoa. Nella gara di Champions League tra Benfica e Ajax l'attaccante dei lusitani, Roman Yaremchuk, ha voluto dare un segnale più tangibile: dopo aver segnato una delle reti (la sfida coi ‘lancieri' è finita 2-2), ha tolto la maglia, mostrato una t-shirt con lo stemma di color grigio dell'Ucraina e baciato più volte quel logo. Ha preso un'ammonizione ma non importa.
Oleksandr Zinchenko del Manchester City è andato oltre: ha urlato tutta la propria rabbia in una storia di Instagram e lo ha fatto mettendo nel mirino Putin. Il testo a corredo della foto non ha bisogno di spiegazioni… è chiarissimo: "Spero che tu possa fare una morte dolorosa", rivolto al leader russo che nella notte – attraverso un video registrato – ha annunciato le operazioni militari e l'inizio dell'attacco.
Ruslan Malinovskyi, calciatore dell'Atalanta, ha postato dal suo account Instagram il discorso del Presidente dell’Ucraina, Zelenskiy, e condiviso le parole della moglie, Roksana Malinovska: "Piango e prego per il mio Paese, per il nostro popolo, per la mia casa. Le notizie russe non dicono la verità. Questo è un crimine contro tutta l’umanità, come si può fermare questo orrore".
Iconico il post pubblicato sugli account social dallo Shakhtar: "Resteremo in piedi", le parole a corredo dell'immagine che raffigura la bandiera dell'Ucraina. Un tweet che non passa inosservato perché la squadra allenata dall'italiano, Roberto De Zerbi (che non può rientrare in patria ed è bloccato in albergo), ha sede nella città di Donetsk, uno dei centri del Donbass che si è autoproclamato indipendente strizzando l'occhio al governo russo.