La guardia del corpo di Messi scatta come in una finale dei 100 metri: c’è un bambino minaccioso

Il bodyguard di Leo Messi è stato protagonista di un intervento durante l’ultimo match giocato dall’Inter Miami a Toronto: il possente Yassine Cheuko ha visto un bambino invadere il campo correndo verso il campione argentino ed allora è scattato con la velocità di un centometrista alle Olimpiadi.
A cura di Paolo Fiorenza
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Yassine Cheuko è ormai assurto a presenza quasi mitologica quando c'è Leo Messi nei dintorni, sia che sia in campo a dispensare le sue giocate da campione che nella vita di tutti i giorni, quando il 37enne argentino è seguito come un'ombra da questa guardia del corpo implacabile e spietata, che gli è stata messa a disposizione dal giorno in cui è sbarcato nella Major League Soccer per giocare nell'Inter Miami. Un uomo la cui missione è molto semplice: qualsiasi cosa si muova e vada verso Messi è una potenziale minaccia e va debellata, stroncata con metodi non esattamente gentili. Anche se si tratta di bambini che vorrebbero solo farsi un selfie con il loro idolo, come è accaduto in occasione dell'ultimo match della stagione regolare di MLS, giocato e vinto dalla squadra della Florida in casa del derelitto Toronto di Insigne: Cheuko è scattato come per una finale dei 100 metri e ha stoppato la ‘minaccia'.

Sabato scorso l'Inter Miami era impegnata a Toronto nell'ultima giornata di campionato, ha vinto 1-0 grazie ad un gol di Campana in pieno recupero, condannando la squadra di Insigne e Bernardeschi all'ennesima stagione fallimentare senza playoff, mentre il club di Beckham si è assicurato il Supporters' Shields, ovvero il titolo che va a chi ottiene più punti nella stagione regolare tra Eastern e Western Conference. Si tratta del 46simo trofeo della carriera di Messi, che adesso punta con decisione al titolo della MLS che l'anno scorso gli è sfuggito.

Il bodyguard di Messi vede un bambino correre verso Messi: è una minaccia da fermare

Tutte cose che importano il giusto al bodyguard del campione del mondo, che ha un solo pensiero e non può sprecare risorse a pensare ad altro: lui deve osservare con l'occhio della lince e neutralizzare gli attentatori alla serenità e all'incolumità di Messi. Sabato scorso il nerboruto Cheuko – una montagna di muscoli che pratica arti marziali miste e pubblica i video dei suoi allenamenti sui social – stazionava come suo solito a bordo campo durante Toronto-Inter Miami, match nel quale l'argentino è partito dalla panchina ed è entrato al quarto d'ora del secondo tempo. Da quel momento le sue antenne si sono drizzate, le sue sensazioni espanse.

Poi è accaduto quanto paventato: un ‘temibile' bambino armato di telefonino ha provato lo scatto della vita, partenendo da dietro una delle due porte del BMO Field, ma Messi era molto lontano da lui, rilassato a centrocampo. Cheuko ha visto subito il bimbo ed è partito come dai blocchi di partenza di una finale olimpica. Velocissimo come il figlio del vento, motivato come un membro dei corpi speciali, possente come un bufalo lanciato nella savana, la guardia del corpo di Leo – pur partendo da molto più lontano – non ha avuto problemi a bloccare il ragazzino prima che potesse intercettare Messi. Fortunatamente stavolta, a differenza di altre occasioni, non si è esibito in placcaggi violenti, realizzando la reale portata della ‘minaccia'.

Ci ha pensato poi lo stesso Messi a tranquillizzare tutti, in primis il suo bodyguard, andando verso il bambino e facendo con lui l'agognato selfie. Il video della vicenda, diventato virale come tutti quelli che immortalano le ‘gesta' di Cheuko, ha sollevato tantissimi commenti ironici sulla sproporzione tra l'intervento dell'uomo e l'entità del pericolo  sventato.

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