La furbata di Italiano sui cambi, ha spiazzato l’Atalanta con una mossa: “Ho visto e ho capito”
Vincenzo Italiano ha svelato in tv la mossa con la quale ha dato scacco matto all'Atalanta. L'ha battuta in casa (0-1) e conquistata la semifinale di Coppa Italia che al Bologna mancava da ben 26 anni. Juve o Empoli (in campo domani), nel prossimo turno affronterà una delle due. Il successo è arrivato grazie a uno spunto perfetto, da vero bomber, di Castro che era subentrato pochi minuti prima: al 77° la lavagnetta elettronica ha indicato il cambio con Dallinga, all'80° ha incornato la palla avvelenata che ha steso la ‘dea'.
Il tecnico degli emiliani ha spiegato perché ha deciso di prendersi ancora qualche minuto prima di fare la sostituzione che s'è rivelata decisiva. In diretta a Mediaset ha fatto un sorriso e un po' ha sospirato pensando alla finalissima già assaporata due anni fa e poi persa contro l'Inter (2-1). Italiano ha voluto attendere, valutare e capire come Gasperini avrebbe ridisegnato la squadra inserendo giocatori freschi poi ha scelto: dentro il "Toto" (è il soprannome dell'attaccante argentino) al quale ha chiesto d'infilarsi tra le maglie della difesa bergamasca. E lui ce l'ha fatta, rubando il tempo a Hien e staccando quando basta per metterla alle spalle di Rui Patricio.
"Ho detto ai miei collaboratori e ai ragazzi di aspettare – ha ammesso nell'intervista a caldo -. Perché? Volevo vedere i cambi dell’Atalanta prima, per capire cosa potessero cambiare e come si sarebbero messi in campo. Appena abbiamo visto come si erano posizionati allora abbiamo deciso di far entrare Castro e gli altri. Se si va in campo con questa voglia di essere determinanti come ha fatto lui, si possono vincere le partite".
In studio c'è Massimo Mauro che lo chiama in causa rispolverando il lavoro fatto da Thiago Motta e, al tempo stesso, elogiando quello fatto dall'attuale allenatore che a differenza dell'ex non ha calciatori fondamentali come Zirkzee, Calafiori o Ferguson. Un attaccante, un centrocampista e un difensore… l'asse portante è stato smantellato ma nonostante tutto Italiano è ripartito.
Cosa hai trovato di facile a Bologna? La replica è semplice, semplice: "Il segreto è sicuramente in questo ambiente straordinario – ha aggiunto Italiano -. Anzitutto c'è una grande professionalità da parte di tutti, a cominciare dai calciatori che si sono messi a disposizione subito. Si lavora molto bene, il gruppo continua a crescere, ci hanno messo a nostro agio e dopo qualche difficoltà iniziale siamo venuti fuori. La Champions toglie delle energie ma ti fa crescere e noi lo stiamo facendo un po' alla volta".