La frustrazione di Cristiano Ronaldo: sfoga la rabbia per la sconfitta con una brutta reazione
Cinque ceffoni sul muso come i Palloni d'Oro che ha in bacheca. Cinque tirate d'orecchie che al Manchester United e a Cristiano Ronaldo hanno fatto male, malissimo. A Old Trafford il Liverpool ha annientato ogni cosa: la sicumera del campione, le ambizioni del club, il futuro del tecnico, Solskjaer, che tiene in pugno il timone mentre la nave imbarca acqua, sballottata dai marosi e una classifica divenuta pericolosa. Red Devils settimi a -8 dal Chelsea capolista, -3 dalla zona Champions e -1 dall'Europa League: non è proprio quel che si aspettava la proprietà e nemmeno CR7 che in Inghilterra era tornato sulle ali dell'entusiasmo e dei ricordi.
La frustrazione del portoghese esplode alla fine del primo tempo, quando la formazione di Klopp è in vantaggio già per 0-3 (il risultato finale sarà di 0-5). L'ex Juve va al contrasto con Curtis Jones nei pressi della linea di fondo: il pallone è in possesso dell'avversario che si fa scudo del corpo per resistere alla carica. L'intervento di Ronaldo è rude, scomposto. Il modo in cui affronta il calciatore dei Reds più che un contrasto ‘maschio' sembra una reazione nervosa, uno sfogo. Spinge, scalcia, lo strattona e lo atterra poi rifila un altro pestone.
L'arbitro Taylor fischia la punizione e lui scavalca Jones senza nemmeno guardarlo, con indifferenza e a capo chino. Va oltre e lo ignora. Avrebbe potuto tendergli almeno la mano, nulla. Prende l'ammonizione per tanta irruenza e scatena le proteste dei compagni di squadra di Jones, che nel frattempo s'è rialzato. Ne nasce un capannello: Virgil van Dijk e Andy Robertson circondano il portoghese, Bruno Fernandes si frappone a difesa. I nervi sono saltati, CR7 non ci sta a perdere.
Non sopporta un pareggio, figurarsi incassare una sconfitta di quelle proporzioni in casa e in uno scontro diretto. In novanta minuti giocati ha tirato una sola volta verso Alisson e toccato una quarantina di palloni. Grandi occasioni create nemmeno le conti sulla punta delle dita. Manifestava insofferenza anche alla Juventus, dove addirittura lasciò il campo e lo stadio in anticipo per una sostituzione. Esplode anche adesso, per vezzo e per vizio, dopo aver respinto le critiche da parte di chi parla di lui solo per ne conosce il valore e lo teme.