La foto shock di Green: “Questo è quello che succede a un portiere dopo 20 anni di carriera”
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Vent'anni di carriera a prendere pallonate da lontano, provando a non prendere gol. Cosa succede alle mani di un portiere che sulla punta delle dita può avere il destino di una partita, di un campionato e di una finale che vale un trofeo? Robert Green oggi ha 41 anni, la metà dei quali trascorsi sui campi di calcio usando i "ferri del mestiere" che tante volte lo hanno aiutato e altre ancora non sono bastati. Ha alzato una Coppa (l'Europa League) a Baku nel 2019 e poi s'è ritirato Ma non ha abbandonato del tutto il mondo del calcio. Da allora compare in TV nelle vesti di opinionista, commenta match della Premier e racconta da uomo di campo la propria esperienza.
Durante una diretta Green è accanto all'ex calciatore Jimmy Floyd Hasselbaink. Ha la mano in tasca e risponde alle domande dei giornalisti. Gli chiedono quanto sia difficile il ruolo di portiere e a quel punto estrae la mano destra dal pantalone e per la mostra davanti alla telecamere tra lo stupore dei presenti. Il mignolo sinistro è completamente deformato, fuori asse, piegato. "Me l'ha fatto Jimmy", dice sorridendo per scherzare con il suo interlocutore. Poi si fa serio e ammette: "Questo è quello che può succedere a un portiere dopo tanti anni di carriera".
I tifosi del Chelsea – ultima squadra in cui ha militato – lo ricorderanno per il ruolo di terzo estremo difensore nell'anno di Maurizio Sarri a Londra. Non ha mai giocato partite ufficiali, eccezion fatta per due minuti concessigli dal tecnico durante un'amichevole. Fu lui a spiegare al tecnico italiano che il suo approccio con la squadra non aveva fatto proseliti e glielo disse faccia a faccia ma con grande rispetto nello spogliatoio. "Stai sbagliando tutto. Non hai un piano b", concetto semplice semplice ma forte e chiaro.
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Blues e allenatore si dissero addio al termine della stagione: gli uni non sopportavano più l'altro che andò via con la soddisfazione di aver vinto almeno un trofeo. C'era anche Green in quella foto celebrativa, scesa dalla tribuna, si cambiò indossando la divisa da portiere e andò in campo a festeggiare con i compagni. L'ultima soddisfazione di una vita in parte dietro le quinte, in parte condizionata da un errore che è un nervo scoperto: la papera clamorosa commessa ai Mondiali del 2010 tra i pali dell'Inghilterra nella sfida contro gli Usa. Aveva sbagliato tutto.