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La foto di Fabio Grosso il giorno dopo l’agguato a Marsiglia: ha rischiato di perdere un occhio

L’immagine del volto in parte tumefatto e della ferita (13 punti di sutura) riportata da Fabio Grosso è impressionante. L’ex calciatore, oggi tecnico del Lione, ha subito un forte trauma nell’agguato teso dai tifosi del Marsiglia al bus della squadra.
A cura di Maurizio De Santis
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Il volto di Fabio Grosso ferito e medicato dopo l'agguato (credit Sky Sport).
Il volto di Fabio Grosso ferito e medicato dopo l'agguato (credit Sky Sport).

Tredici punti di sutura, alcuni anche sulla palpebra sinistra. Fabio Grosso sta bene ma domenica sera, a causa della follia dei teppisti, ha rischiato di perdere un occhio. La foto odierna sulle condizioni del viso è raccapricciante: ieri per il volto insanguinato a causa della ferita, adesso per la cicatrice tracciata dalla medicazione. La zona interessata è tumefatta per il trauma subito, le visite dei prossimi giorni diranno se oltre al grande spavento c'è ancora dell'altro che desta preoccupazione. Oltre all'ex difensore, è stato costretto a ricorrere alle cure anche il suo vice, Raffaele Longo.

L'ex difensore accompagnato da un membro dello staff dopo la medicazione.
L'ex difensore accompagnato da un membro dello staff dopo la medicazione.

Allo stadio del Marsiglia l'ex campione del mondo era giunto messo male. Aveva il viso tra le mani, era stordito e sotto shock. È uscito dalla medica con un bendaggio vistoso. In quei momenti di concitazione s'è deciso che la partita di campionato in programma al Velodrome non sarebbe stata disputata, contestualmente la polizia faceva scattare il blitz che avrebbe portato all'arresto di 9 persone. Solo in tarda serata il Lione ha lasciato l'impianto, prima di farlo è sceso in campo per salutare i tifosi sistemati nel settore ospiti.

Fabio Grosso ferito a Marsiglia nell'assalto al bus del Lione

La ricostruzione dei fatti è stata semplice e drammatica al tempo stesso, come si evince anche da un video condiviso sui social. Lo schema seguito dagli ultras (un centinaio circa, disseminati lungo la strada) è quello solito: attendono solo che la piccola carovana di bus (a bordo dei quali ci sono la squadra del Lione e i tifosi ospiti) transiti attraverso la loro zona. L'assalto è immediato, nemmeno la presenza di un paio di camionette delle forze dell'ordine dissuade la frangia più violenta dei sostenitori marsigliesi, molti dei quali col viso coperto da un passamontagna oppure avvolto nelle sciarpe e travisato dai cappucci.

La faccia di Grosso coperta di sangue per le ferite.
La faccia di Grosso coperta di sangue per le ferite.

Sampietrini e altri oggetti contundenti, oltre ai fumogeni, sono usati per bersagliare i pullman. Le immagini della fiancata del pullman sono la prova tangibile dell'agguato, teso e messo in atto: il ‘commando' di ultras ha lanciato di tutto, dai sassi alle bottiglie di birra piene affinché avessero una forza d'impatto maggiore.

La partita non si è giocata, impossibile farlo dopo quanto accaduto. Dopo il terrore di domenica sera, al lunedì c'è spazio per le ‘solite' polemiche roventi sulla sicurezza e per l'indignazione. Dal punto di vista sportivo il Marsiglia non corre alcun rischio: l'attacco al bus del Lione è avvenuto su una strada pubblica, non all'interno dello stadio o nella zona di rispetto che è sotto l'egida della società di calcio. In buona sostanza, le conseguenze di quel folle gesto non può essere scontato dal club.

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