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La folle estate in cui tutte le squadre hanno rifiutato Cristiano Ronaldo, tranne una

Cristiano Ronaldo ha trascorso un’estate intera a cercare una squadra per giocare la Champions. Ha ricevuto lusinghe e rifiuti, ma tra tanti no c’è stato anche un sì. Un’offerta così ricca da essere definita “oscena”.
A cura di Maurizio De Santis
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Cinque Palloni d'Oro. Caterve di record. Gol segnati a raffica. Quel numero sette sulle spalle che è una garanzia oltre un brand internazionale. Se hai in squadra uno come Cristiano Ronaldo hai la sensazione di partire con almeno una rete di vantaggio sugli avversari prima ancora che l'arbitro fischi il calcio d'inizio. A 37 anni – ma per lui la carta d'identità è niente rispetto all'età biologica che sente addosso – è il campione ancora in grado di fare la differenza per tutto, in tutto.

Mentalità. Classe. Esperienza. Tecnica. Quella capacità di trasmettere con la sola presenza una scossa abbastanza forte da alzare l'asticella dell'orgoglio e della voglia di migliorarsi.

È una superstar del pallone anche se non più all'apice della carriera. Chi non lo vorrebbe in squadra? Già… chi è così matto da rifiutare un calciatore del genere? Eppure in questa lunga estate calda delle trattative il suo agente, Jorge Mendes, ha incassato una serie di "no, grazie". Ha bussato a più porte pur di accontentare il suo assistito che non voleva più stare al Manchester United, peraltro con un feeling non eccezionale con ten Hag, perché mai avrebbe accettato di restare fuori dalla Champions.

Magia svanita? A Old Trafford CR7 era arrivato con ben altre aspettative dopo aver lasciato la Juventus.
Magia svanita? A Old Trafford CR7 era arrivato con ben altre aspettative dopo aver lasciato la Juventus.

Nemmeno i suoi 18 gol (su 30 match di Premier League) sono bastati per spingere i Red Devils tra le prime 4. E vedere il suo nome associato all'Europa League gli ha provocato l'orticaria. Può mai ‘tollerare' un'eventualità del genere lui che della Coppa è il signore e cannoniere per eccellenza? Facile, facile immaginare quale sia stato (e quale sia tuttora) lo stato d'animo dinanzi a questa prospettiva. I capricci di questi mesi lo raccontano bene.

Ecco perché, a costo della rottura totale nonostante un contratto di un altro anno (più opzione ulteriore per un'altra stagione), ha dato mandato al suo procuratore di trovare una via di fuga, procacciargli una exit-strategy come ai tempi della Juve, mollata per tornare al club nel quale era esploso e nel quale credeva di avere maggiori opportunità di competere per vincere la Champions. La sorte ha voluto diversamente: è stata implacabile anche con lui, il campione che non deve chiedere mai.

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Ronaldo credeva che i top club lo avrebbero accolto a braccia aperte ma ha dovuto fare i conti con l'amara realtà dei fatti. Gli hanno detto no. Sì, ha scoperto che ne dicono anche a lui… e quanto faccia male. In serie hanno salutato con un sorriso di circostanza il Chelsea (destinazione che avrebbe gradito), il Paris Saint-Germain (che ha già un bel daffare coi capricci delle sue stelle costose), il Bayern Monaco (che non s'è lasciato ingolosire dopo la partenza di Lewandowski e ha preso il 17enne Mathys Tel oltre Mané), il Borussia Dortmund e l'Atletico Madrid. Florentino Perez l'ha umiliato pubblicamente quando gli è stato chiesto di un possibile ritorno al Real Madrid.

Mendes ha spulciato l'agenda e ha composto i numeri di Milan e Napoli in Serie A ma, a parte il tentativo di imbastire un'operazione milionaria (Osimhen/United col prestito secco e a carico dei Red Devils di CR7 agli azzurri), ha ricevuto un diniego pieno di lusinghe. Perfino la ‘sua' Lisbona gli ha voltato le spalle: con l'allenatore dello Sporting, Ruben Amorim, che ha minacciato le dimissioni in caso di arrivo di Ronaldo in Portogallo.

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Tra tanti no c'è stato anche un sì. Meglio un'apertura unilaterale. Un'offerta così ricca da essere definita ‘oscena' dai tabloid e messa sul piatto di Ronaldo. L'ha fatta il club saudita Al Hilal, l'unica società che ha avuto un approccio formale con lo staff del campione, spingendosi oltre la manifestazione d'interesse, per nulla intimorito dalla montagna di denaro. Avrebbe nuotato nell'oro come Paperone. Ma CR7 ha detto no. C'è il Mondiale alle porte ed è convinto di avere ancora qualche anno di carriera dinanzi a sé per restare al top in Europa, che è presto prima di godersi la pensione dorata. Ma nessuno lo ha voluto.

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