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La firma inequivocabile di Paolo Maldini sullo Scudetto del Milan: le sue scelte vincenti

Paolo Maldini è uno dei grandi artefici del trionfo del Milan. Dopo aver vinto sette scudetti da calciatore, l’ex difensore vince anche da dirigente. La famiglia Maldini con il Milan ha vinto dodici volte la Serie A.
A cura di Alessio Morra
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Dici Maldini e pensi al Milan. Certo se si pensa tanto sia a Cesare che Paolo Maldini si pensa a due grandissimi difensori, padre e figlio che hanno sollevato al cielo la Champions League, due campioni che hanno lasciato una traccia anche a livello umano. Cesare è stato anche un grande allenatore, Paolo invece dopo aver lasciato il calcio è rimasto fuori per un po’, poi è entrato nei quadri dirigenziali del Milan e oggi festeggia lo scudetto, altra parola che contraddistingue la famiglia Maldini. Perché Cesare ha vinto quattro scudetti con il Milan, Paolo sette da giocatore e ora uno da dirigente. Sono dodici su diciannove i titoli vinti dalla famiglia con i rossoneri (e bisogna includere pure Daniel, il figlio di Paolo, che è nella rosa di Pioli).

Maldini ha messo la firma su questo scudetto. Da giocatore ha vinto tanto, sa come si fa, e sa quanto è difficile anche la vita di spogliatoio. Ma soprattutto sa che non si vince solo comprando le stelle – Psg docet. Non si vince solo con le figurine. Bisogna conoscere il calcio e i calciatori. Tra le stelle di questo Milan ci sono due calciatori che sono stati voluti fortemente dall’ex capitano: Theo Hernandez e Leao. Il francese, quale mese fa, in un’intervista ha rivelato di aver firmato con il Milan per merito di Maldini, senza di lui sarebbe finito in Bundesliga: “Ero molto vicino a firmare per il Bayer Leverkusen, ma lui ha ribaltato tutto. Ci incontrammo a Ibiza, parlammo di calcio e subito ho capito che il Milan sarebbe stato il posto giusto”.

Rafael Leao e Theo Hernandez, due colpi di Maldini
Rafael Leao e Theo Hernandez, due colpi di Maldini

Situazione quasi identica per Leao, che dopo essere esploso aveva l’imbarazzo della scelta. Il portoghese disse sì ai rossoneri perché c’era Maldini, che lo chiamò personalmente e che ancora oggi gli dà preziosi consigli: “Lo guardavo in tv quando ero piccolo, una leggenda. Adesso mi dà consigli per migliorare, mi sento molto fortunato. La società mi ha confessato dell'interesse. Quando poi ricevi la chiamata di Paolo Maldini non puoi rifiutare. E alla fine ho accettato questa nuova sfida”.

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E poi c’è Maignan, preso dal tandem Maldini – Massara giusto un anno fa. Proprio Maldini disse no alle spropositate richieste di Donnarumma e Mino Raiola. Gigio era in scadenza di contratto, il Milan non trovò l’accordo con il portiere, che andò via a costo zero. E al suo posto è stato prelevato il numero uno francese, che è stato il migliore della Serie A e che pare destinato, in un tempo non molto lontano, a diventare anche il titolare della nazionale francese.

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