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La Fiorentina “esonera” Thiago Motta: la Juventus cola a picco, cosa può accadere adesso

La sconfitta per 3-0 è pesante. Thiago Motta resta in bilico nonostante le parole di Giuntoli in tv. Dopo la batosta contro l’Atalanta in casa, il ko al Franchi affonda la Juve: è fuori dalla zona Champions.
A cura di Maurizio De Santis
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La pesante sconfitta della Juventus al Franchi con la Fiorentina è una mazzata tremenda per i bianconeri e per Thiago Motta, la cui posizione resta sul ciglio dell'esonero. Non accadrà adesso, dice il diesse Giuntoli in tv che parla di compattezza in un momento grave sotto il profilo sportivo. Ma la situazione è molto delicata. Facile, facile immaginare quale sia lo stato d'animo dei tifosi che da settimane ne chiedono il licenziamento. Il 3-0 subito contro la Viola (passivo che poteva essere più umiliante se a Kean non fosse stato annullato il gol per fuorigioco) fa il paio con il mortificante 0-4 subito la settimana scorsa al cospetto di un'Atalanta straripante. Alimenta le voci che, forse, un cambio in corsa da qui al termine della stagione è necessario, improcrastinabile, il tentativo di salvare il salvabile perché fallire anche l'accesso alla Champions (il Bologna ha sorpassato la Juve al quarto posto) sarebbe disastroso.

E quei ‘contatti in fase avanzata' con l'ex ct della Nazionale, Roberto Mancini, potrebbero trovare sbocco nelle prossime ore, complice la pausa di campionato per le partite dell'Italia. Le dichiarazioni ufficiali, quelle a caldo, vanno nella direzione opposta. O, almeno, così sembra. Sempre che non si decida di attendere ancora, valutando altre opzioni per la prossima estate (compresa la suggestione Antonio Conte, che ha riscosso la maggior parte dei consensi in un sondaggio di Tuttosport, citato dallo stesso allenatore salentino).

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"L'unico tecnico che non sarà in discussione sarà quello che vincerà lo scudetto", aveva detto Thiago Motta qualche ora prima del fischio d'inizio. Parole che, al netto della vicinanza della società espressa dal tecnico, spiegano bene quali sono stato d'animo e consapevolezza dell'ex calciatore che a Torino era arrivato con bel altre prospettive: proporre un gioco diverso, migliore rispetto ad Allegri, aprire un ciclo senza mai discostarsi da quella che in casa bianconera è stella polare, ovvero "vincere". Gli è riuscito nulla, incassando un serie di batoste e finendo nell'occhio del ciclone non solo per i risultati ma anche per le voci di dentro, gli spifferi di spogliatoio, le confessioni anonime che lo hanno dipinto come inviso a molti "che non lo sopportano".

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La partita? Uno stillicidio scandito dai numeri (De Gea ha vissuto una serata molto tranquilla, mai veramente impegnato) e da quel che s'è visto in campo: la Juventus non ha mai impensierito la Fiorentina, né ha ma fatto tiri pericolosi nello specchio della porta. Spaccata in due, col centrocampo spesso in balia della Viola, ha subito azioni micidiali. La squadra di Palladino parte forte e la sblocca al 15′ con Gosens. Passano 3 minuti e arriva il raddoppio dell'ex, Mandragora. C'è lo zampino di un altro ex in calce al 3-0: Fagioli innesca Gudmundsson che ha tutto il tempo di controllare palla, prendere la mira e piazzarla nell'angolino laddove Di Gregorio non arriva.

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