La fine del ciclo della Juve nel silenzio dei senatori dopo l’eliminazione dalla Champions
Dopo l'eliminazione dalla Champions maturata contro Ajax e Lione, Andrea Agnelli andò in TV a commentare l'uscita dalla Coppa della Juventus. Si presentò davanti ai microfoni – nonostante la grande amarezza, la rabbia e la delusione a caldo – anche in occasione della sconfitta beffarda di Madrid, quella del rigore dubbio concesso a tempo scaduto e dell'arbitro che aveva "un bidone dell'immondizia al posto del cuore" (come urlò Buffon nel suo sfogo post-partita) e stoppò la storica ‘remuntada' dei bianconeri al Bernabeu. Questa volta né il presidente né altri membri della dirigenza si sono concessi alle domande e ai commenti.
Non c'è stata alcuna dichiarazione in un post-gara differente rispetto agli anni scorsi, a margine di una vittoria inutile e di un'uscita dalla Coppa i cui effetti sono più devastanti a causa della situazione economica contingente: sia perché la pandemia da Covid ha assestato un brutto colpo agli incassi sia per le difficoltà a bilancio palesate anche nell'ultimo rendiconto. "Il progetto va avanti", è stata l'unica frase pronunciata al riguardo per interposta persona. Lo ha fatto il tecnico, Andrea Pirlo, riferendo del colloquio avuto con il numero uno del club subito dopo l'incontro e dicendosi tranquillo per il futuro.
Che fine hanno fatto i senatori? Perché nessuno dei big ha messo la faccia dopo l'uscita di scena con il Porto? Federico Chiesa, Matthijs de Ligt e Juan Cuadrado sono stati gli unici a rispondere alle domande da studio, a confrontarsi con i ragionamenti e le obiezioni a corredo di una prestazione caratterizzata in negativo da alcuni errori molto gravi. Uno su tutti, il posizionamento e la postura della barriera in occasione della rete segnata dai lusitani su calcio di punizione.
Perché lasciar parlare loro e non mandare in TV il capitano? Fabio Capello – che aveva già espresso un giudizio molto severo sulla partita e in particolare sul rendimento di Cristiano Ronaldo – ha puntato l'indice anche contro questo aspetto: ovvero la mancanza dei senatori. "Perché questa sera si sono presentati ai microfoni i giovani come Chiesa e non i ‘vecchi' del gruppo? Essere capitano non significa solamente scambiarsi il gagliardetto – ha ammesso nel corso della trasmissione di Sky -. Facile andare in televisione dopo che si vince, bisogna farlo anche quando si perde".