La finale degli Europei di Chiellini: l’unico in campo a Wembley a 14 anni dalla storica partita
Il 24 marzo del 2007 Londra ha riaperto le porte del nuovo Wembley al calcio mondiale. Lo stadio che per eccellenza rappresenta uno dei simboli del calcio, era stato chiuso per 7 anni per via dei lavori all'impianto. Modernizzare una struttura storica e ampliare la sua capienza era stato fin da subito l'obiettivo della Federazione che adopera Wembley principalmente per ospitare i grandi eventi, come le partite della Nazionale inglese e le finali delle coppe nazionali. Quel giorno, solo 8 mesi dopo il trionfo dell'Italia di Marcello Lippi ai Mondiali in Germania del 2006, fu l'Italia U21 di Pierluigi Casiraghi ad aver avuto l'onore di affrontare i pari età dell'Inghilterra a Wembley inaugurando, di fatto, il nuovo stadio londinese. Wembley, prima di rifarsi il look aveva ospitato diverse imprese italiane.
Come lo 0-1 degli azzurri con il gol realizzato da Fabio Capello nel novembre 1973 o lo 0-1 deciso da Gianfranco Zola, sempre in un Inghilterra-Italia, nel febbraio 1997. Un match che ha fatto la storia e terminato con il punteggio di 3-3. Pazzini realizzò una tripletta in un undici titolare contraddistinto soprattutto dalla presenza di Giorgio Chiellini in campo. Il difensore azzurro era già capitano di quella squadra e si distinse per carattere, grinta e cattiveria agonistica: tutti gli ingredienti che fanno del centrale della Juve, uno dei più forti difensori al mondo. A distanza di 14 anni, Chiellini torna in quello stadio per giocare una finale degli Europei, proprio contro l'Inghilterra. Unico in quella squadra U21 ad essere presente nell'attuale Nazionale Italiana e sempre con la fascia da capitano al braccio.
La formazione schierata da Casiraghi: in attacco c'era Giuseppe Rossi
Casiraghi aveva schierato una formazione con il modulo 4-3-3, proprio lo stesso adoperato oggi anche da Roberto Mancini nell'Italia attuale. L'undici di partenza era formato da Curci in porta, Potenza, Andreolli, Mantovani e Chiellini in difesa, Montolivo, Padoin e Nocerino a centrocampo con il tridente formato da Rosina, Pazzini e Giuseppe Rossi. In panchina, il baby-prodigio Arturo Lupoli che allora era in forza al Derby County e in procinto di passare alla Fiorentina.
Dall'altra parte, l'Inghilterra di Pearson poteva invece contare su giovani promettenti come Cahill, Ferdinand, Young, Baines, Bentley e Milner più tanti altri giocatori che hanno comunque fatto la differenza negli anni nella Premier League inglese. Una gara contraddistinta dall'equilibrio e dalle prodezze di Giampaolo Pazzini capace di mettere a segno una tripletta che ricorderà per tutta la vita. "Non ci speravo, provo una gioia indescrivibile – aveva dichiarato il ‘Pazzo' a fine partita – Era già bellissimo solo giocare a Wembley. Che giornata indimenticabile uscire tra gli applausi del pubblico inglese – aggiunse – Non me l'aspettavo quell'applauso, va dato merito alla cultura degli inglesi".
L'infortunio alla testa e il primo duello: Wembley conobbe Chiellini
Una partita dura, maschia, che vide tra i protagonisti anche lo stesso Giorgio Chiellini. Il difensore azzurro sul finire della prima frazione, subii un fortuito colpo in testa da parte di Ridgewell che gli procurò una vistosa ferita al capo. Il volto insanguinato di Chiellini dopo quello scontro fece il giro del mondo e rivelò l'animo da guerriero del difensore azzurro. Dopo le cure dello staff medico azzurro il difensore tornò in campo con una vistosa fasciatura.
Il destino ha voluto che fosse proprio Inghilterra-Italia a far vivere a Chiellini una delle sue ultime emozioni con la maglia azzurra. A 37 anni e con un contratto probabilmente da rinnovare solo per il prossimo anno con la Juventus, il capitano dell'Italia è in procinto concludere proprio con la finale degli Europei contro l'Inghilterra la sua avventura con l'Italia e con il calcio giocato proprio davanti ai 60mila di Wembley che 14 anni fa l'avevano ammirato in campo per la propria volta.