La FIGC ignora De Laurentiis e la sua clausola: trattativa solo con Spalletti, la Nazionale è vicina
Luciano Spalletti va spedito verso la panchina dell'Italia, la trattativa tra la FIGC, l'allenatore toscano e i suoi legali ha avuto un'accelerata a Ferragosto, con un senso dell'urgenza che comprensibilmente tiene conto degli imminenti impegni della Nazionale a settembre – due partite fondamentali per la qualificazione ai prossimi Europei, contro Ucraina e Macedonia – piuttosto che della voglia di prendere il sole in spiaggia. E dunque il presidente Gabriele Gravina sta stringendo con Spalletti per annunciarlo nelle prossime ore, comportandosi come se il 64enne di Certaldo non fosse vincolato al Napoli dal pagamento di una penale qualora voglia sedersi su una panchina in questa stagione.
La FIGC si sente sicura, confortata dai propri legali: può benissimo ignorare le durissime parole di Aurelio De Laurentiis, che ieri ha tuonato sull'imprescindibilità del pagamento della clausola (poco più di 3 milioni lordi ad ora, come ha ricordato il presidente) per chiunque voglia prendersi Spalletti, fosse anche la Nazionale italiana e non un club. Proprio su quest'ultimo punto verte la sicurezza della Federcalcio, spiega la Gazzetta dello Sport: nel caso della panchina dell'Italia, diversamente da un club, non sussisterebbero i presupposti per far valere il "patto di non concorrenza" posto alla base dell'accordo firmato dall'allenatore scudettato del Napoli. Tra la nazionale azzurra e la squadra partenopea non c'è concorrenza, questa la ratio alla base del ragionamento.
Di tutt'altro avviso il Napoli, che per bocca del suo avvocato Mattia Grassani ha chiarito come Italia e club siano equiparati ai fini del concedere la libertà al tecnico: "Spalletti ha risolto il suo contratto in maniera consensuale e quindi è un allenatore libero e a fronte di questa libertà è stato liberamente pattuito tra le parti che ci fosse questo vincolo economico che è una penale che controbilancia il fatto che Spalletti il 5 luglio avrebbe potuto accasarsi alla Juve, al Milan, all’Inter. Adesso c'è l'ipotesi Nazionale ma nulla cambia – ha spiegato il legale – la società ha ritenuto di tutelarsi per evitare che ci potesse essere la perdita dell'allenatore per sua scelta e poi un cambiamento repentino di idea, se Spalletti decide di modificare uno dei pilastri del verbale di conciliazione questo ha un prezzo che è stato liberamente definito. L'importo è a scalare man mano che il tempo scorre".
Questa è la questione che riguarda il ‘vil denaro', come lo ha definito De Laurentiis, poi c'è quella di principio, che per il numero uno partenopeo ha ancora più peso nella vicenda. Una questione di principio "che non riguarda solo il Calcio Napoli, ma l'intero sistema del calcio italiano, che deve spogliarsi del suo atteggiamento dilettantistico per affrontare le sfide guardando al rispetto delle regole delle imprese, delle società per azioni, del mercato. Ma fino a quando si consentirà che la ‘regola' sia la ‘deroga' il sistema calcio non si potrà evolvere e continueranno a esserci i ‘casi Spalletti' come continueranno a esprimersi ‘autorevoli' commentatori che non conoscono come vada gestita in modo sano un'impresa".
Punti di vista che sembrano inconciliabili, quelli tra Gravina e De Laurentiis: in caso di annuncio unilaterale di Spalletti come nuovo Ct dell'Italia, il Napoli è pronto a portare Federcalcio e tecnico in tribunale. Sarebbe un'altra brutta pagina per il calcio italiano.