La FIFA vuole abolire le soste per le Nazionali: in campo un solo mese all’anno
Il più alto organo del calcio mondiale, la FIFA, si è riunito a Doha in questi giorni per studiare nuove formule e palinsesti per dare più senso ai calendari con l'introduzione di importantissime – e se verranno messe in atto – storiche novità. Dai Mondiali e gli Europei da disputare ogni due anni all'eliminazione delle pause per le Nazionali che interrompono i campionati. Arsene Wenger , che è l'attuale responsabile in seno alla FIFA per lo sviluppo mondiale del calcio, ha spiegato che le decisioni che verranno assunte entrerebbero in vigore per la maggior parte dal 2028 in poi.
L'obiettivo dichiarato è di proporre se possibile meno partite ma con un tasso di qualità molto più alto: alzare il livello, dare sempre un trofeo o un obiettivo per cui scendere in campo e vincere, favorendo lo spettacolo e l'affluenza di pubblico. Più minuti sul terreno di gioco, meno trascorsi su aerei o in viaggi transoceanici: "Siamo tutti preoccupati per la quantità e la qualità delle partite" ha sottolineato Wenger. "Dobbiamo ridurre le gare, ma queste devono essere molto più interessanti. I tifosi vogliono partite più importanti, lo pretendono, giustamente: dobbiamo ridurre le differenze e dare le stesse opportunità a tutti".
In programma c'è un cambio di formato e dei calendari che riscriverebbe il palcoscenico internazionale del calcio. Soprattutto sul tema di far convivere Nazionali e club senza entrare in conflitto come sempre più spesso ultimamente accade. "Oggi ci sono troppe interruzioni per le nazionali, adesso poi a ottobre, quindi a novembre, infine a marzo e a giugno. Troppe finestre, troppi spostamenti, troppi problemi" insiste Wenger. "La volontà è quella di raggruppare gli eventi, limitando gli spostamenti ottimizzando: tra agosto e settembre spazio ai club così come da novembre fino a fine stagione. Ma bisogna riorganizzare tutto"
I benefici a lungo termine sarebbero per tutti, a cominciare dai club. Non ci sarebbero più pause né interruzioni. Dobbiamo imparare anche dal Covid, che ha cambiato la situazione. Dobbiamo adeguarci, non subito ma in modo costante