La Federcalcio fa dietrofront sulle multiproprietà: fino al 2028 si potranno avere due squadre
Il Consiglio Federale fa dietrofront sulle multiproprietà. Dal pugno duro al via libera per altri sei anni, senza cambiare nulla di ciò che prevede la norma attuale: Napoli e Bari possono restare in mano alla famiglia De Laurentiis, così come Verona e Mantova possono rimanere sotto il controllo di Setti, almeno fin quando le due società appartenenti allo stesso proprietario non parteciperanno alla stessa categoria. La nuova scadenza, stando a quanto annunciato dal Napoli al termine del Consiglio Federale, è fissata per l'inizio della stagione 2028/29. Una proroga che arriva proprio mentre la battaglia in sede di giustizia sportiva stava per giungere all'ultimo atto, con un ricorso al Collegio di garanzia dello sport del Coni in attesa di verdetto, presentato da De Laurentiis proprio per la situazione che lega a doppio filo Napoli e Bari. Un ricorso che adesso può finire in archivio, come annunciato dallo stesso De Laurentiis.
Cosa prevede la Figc per le multiproprietà?
Il pomo della discordia è sempre il famigerato articolo 16 bis delle Noif, secondo cui «non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente ed affine entro il quarto grado». Solo che, per club rifondati e ripartiti dalle serie dilettantistiche, è stata concessa una deroga. È il caso del Bari, rinato in Serie D nel 2018 a seguito del fallimento della vecchia società, sotto il controllo di De Laurentiis, già proprietario del Napoli. Fin quando le due società non si sono incrociate nello stesso campionato, la multiproprietà è stata concessa. Ma con il cambio delle norme, un anno fa, è stata fissata una scadenza: «Entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza della Stagione Sportiva 2024/2025».
Un pugno duro, quello della Figc, che segue il caos creato dalla multiproprietà della Salernitana, un anno fa promossa in Serie A, ma sotto il controllo di Lotito, patron della Lazio. Lì, alla fine, la soluzione si trovò dapprima adottando lo stratagemma del trust e, alle porte del 2022, individuando in Iervolino il nuovo acquirente del club, ponendo così definitivamente fine a questa vicenda. Un caso che ha destato qualche imbarazzo in Federazione, motivo per cui si è deciso di fissare una scadenza ravvicinata per non replicare quanto accaduto con le altre multiproprietà note del calcio italiano. In primis, Napoli e Bari, con i pugliesi che si avviavano all'epoca verso la promozione in Serie B – poi conquistata al termine della stagione – e che avrebbero potuto bissare quanto già visto sull'asse Roma-Salerno.
La battaglia legale tra De Laurentiis e la Figc
Praticamente all'indomani della vittoria del campionato di C da parte dei pugliesi, De Laurentiis ha avviato la propria battaglia legale in sede sportiva contro la mannaia sulle multiproprietà. I primi due round, al Tribunale Federale Nazionale e in sede d'appello, non hanno però accolto le ragioni del patron del Napoli, messo di fatto alle strette con soli due anni a disposizione per decidere quale dei due club mantenere. L'ultimo ricorso lo ha presentato lo scorso 21 luglio al Coni, impugnando la decisione del Tribunale Federale Disciplinare e della Corte Federale d'Appello, chiedendo di annullarle, «con ripristino delle norme finali e transitorie dell’art. 16bis» oppure «rimettendo la fattispecie alla Corte Federale d’Appello FIGC affinché, in diversa composizione, svolga un nuovo esame del merito». Questo ricorso, però, può ormai essere messo in archivio. Perché il Consiglio Federale ha rinviato il termine all'inizio della stagione 2028/29 e De Laurentiis ha dato disponibilità a ritirare il procedimento, rinunciando anche a proseguirlo in altre sedi (in caso di esito negativo al Coni, si paventava un possibile ricorso al Tar del Lazio).
“La modifica approvata dal Consiglio Federale della F.I.G.C. in materia di multiproprietà – dichiarano Aurelio e Luigi De Laurentiis – è un atto di buon senso e una scelta che dà respiro a chi in questi anni ha creduto nel rilancio del calcio investendo ingenti risorse economiche. Siamo soddisfatti e contenti di questa modifica e desideriamo ringraziare tutto il Consiglio Federale, ed in particolare il Presidente della Federazione Gabriele Gravina, per l’impegno e la volontà manifestata in questa occasione. Abbiamo già comunicato alla Federazione che rinunceremo al ricorso presentato nei giorni scorsi al Collegio di Garanzia dello Sport e ad ogni altra azione anche di natura risarcitoria, perché riteniamo sia arrivato il momento di aprire una pagina nuova per il calcio italiano fondata sulla fattività e sullo spirito di collaborazione”.
Cosa cambia per Bari e Napoli con la proroga
Nella fattispecie, dunque, non cambia più nulla. Il Bari, neopromosso in Serie B, resta di proprietà di De Laurentiis (con Luigi alla presidenza) e quest’anno cercherà di inserirsi nella corsa alla promozione in Serie A. Qualora dovesse raggiungere la massima serie, allora si aprirà il bivio, esattamente come già visto un anno fa tra Salernitana e Lazio. In quest'ultimo precedente, la Figc stabilì che nel caso in cui la doppia partecipazione non venisse risolta, l'iscrizione alla massima serie verrebbe negata al club «la cui partecipazione societaria è stata acquisita per ultima». Facendo il parallelo, dunque, a rischiare sarebbe il Bari, ma Lotito ha già tracciato una strada per chiunque intenda seguirlo. Almeno fino al 2028, salvo ulteriori rinvii. Perché quello che doveva essere un pugno duro contro le multiproprietà si è trasformato in un semaforo verde per altri sei anni.