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La favola incompiuta (con finale beffa) della Fiorentina di Cesare Prandelli

Il ritorno di Cesare Prandelli a Firenze fa venire alla mente la prima parentesi in Toscana del tecnico di Orzinuovi, quando la Viola si era ritagliata un posto nell’élite del calcio italiano ed europeo. La favola della squadra dell’ex ct finì per colpa di un offside non fischiato a Monaco contro il Bayern che pregiudicò l’approdo ai quarti di finale di Champions League.
A cura di Vito Lamorte
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"Ribery non lo incontro da quella sera e vorrei sentire da lui se si ricorda di quel furto clamoroso che ci hanno fatto, visto che saremmo arrivati ai quarti di finale di Champions League. Gli dirò che è un mariuolo". Il ritorno di Cesare Prandelli sulla panchina della Fiorentina fa correre la mente ad un periodo di straordinario calcio e di partite che resteranno nella storia, nel bene e nel male, della Viola e lo stesso allenatore è tornato su uno di quegli incontri iconici della prima parentesi in Toscana. Esattamente dieci anni fa il tecnico di Orzinuovi era al timone di una squadra che negli anni si era ritagliata un posto nell'élite del calcio italiano ed europeo. La stagione 2009-2010 aveva visto il club toscano superare la fase a gironi di Champions League da prima classificata con 15 punti: i toscani erano nel gruppo E con Liverpool, Lione e Debrecen e riuscirono a battere per ben due volte il Reds, con la storica vittoria di Anfield Road come fiore all'occhiello di quella campagna europea. La Fiorentina si qualificò per gli ottavi di finale e l'urna gli riservò il Bayern Monaco.

Si tratta di una ferita ancora aperta nei ricordi dei tifosi viola perché le polemiche sull'arbitraggio del signor Øvrebø nella gara di andata in Germania durarono per settimane. All'Allianz Arena di Monaco Prandelli si presentò con un 4-2-3-1 che prevedeva Jovetic nel ruolo di trequartista a Gilardino, con Bolatti in mediana accanto a Montolivo; e Marchionni e Vargas nel ruolo di esterni alti con De Silvestri e Gobbi come terzini. Louis van Gaal si affidò al 4-4-2, con Ribery e Robben nel ruolo di laterali offensivi.

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Il vantaggio su calcio di rigore di Robben, con una conclusione incrociata che spiazzò Frey, non creò problemi alla Fiorentina; che ripartì nel secondo tempo senza accusare troppo il colpo: dopo 5’ Kroldrup fu abilissimo ad inserirsi sul secondo palo e a concludere di prima insaccando tra palo e portiere.

Il Bayern accusò il colpo ma la Fiorentina non riuscì a sfruttare qualche contropiede favorevole e dalla metà del secondo si presero la scena l'arbitro Tom-Henning Ovrebo e il guardalinee Dag-Roger Nebben: al 73′ arrivò il cartellino rosso a Gobbi per un’ostruzione con gomito alto su Robben  ma subito dopo non arrivò la stessa sanzione per Klose, autore di un’entrata con piede a martello su Felipe che venne sanzionata solo con un cartellino giallo. Tutto era il preludio ad un finale horror: all'89' Miroslav Klose insaccò di testa da pochi passi dopo un tocco di Olic ma l'attaccante tedesco era in evidente di posizione di fuorigioco.

Tra lo stupore di tutti il gol venne convalidato e la gara d'andata finì 2-1. Al ritorno la Fiorentina fece una grandissima partita ma il super gol di Robben da 25 metri al 65′ mise la parola fine sul discorso qualificazione. La Viola vinse 3-2 al Franchi, doppietta di Jovetic e gol iniziale di Vargas, e il bilancio finale del doppio confronto fu 4-4 ma il Bayern passò per la regola dei gol in trasferta.

La rete convalidata a Klose nella sfida d'andata risultò pesante quanto un macigno e Prandelli nella conferenza stampa post-partita affermò: "Siamo stati eliminati da un gol che per qualcuno non aveva grande importanza e invece siamo qui a commentare un'eliminazione per un fuorigioco di due metri". La favola della Fiorentina di Cesare Prandelli finì per colpa di un offside non fischiato.

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