La favola Atalanta nelle parole di Gasperini: “Da marpioni ai record, con noi è cambiato il calcio”

Gian Piero Gasperini non si vuole nascondere dietro al dito delle attuali difficoltà che sta vivendo a Bergamo. Una stagione da cancellare, deludente e che sta concludendosi in calando: una Atalanta fuori malamente dall'Europa, lontano dalla zona Coppe, nell'anonimato di una classifica che oramai stenta a dare un senso a quest'anno che appare come una sconfitta rispetto a quelli passati. Eppure, anche e soprattutto davanti ad uno dei momenti più difficili il tecnico rilancia la sfida e ricorda al mondo che con lui l'Atalanta ha scritto pagine di storia, per sè e per il calcio italiano.
"Erano una squadra di marpioni, che giocavano di esperienza, si spingevano fino a quando il passo non era più lungo della gamba". Così ricorda il suo arrivo a Bergamo, sei stagioni or sono, in una società che non aveva nulla da chiedere e nulla chiedeva a sè e al calcio. Poi, la svolta, fondata su idee chiare e la volontà di metterle in pratica. C'è anche una data ben precisa che Gasperini ricorda a margine di un evento a Bergamo: "La partita col Napoli, da allora cambiò tutto". Il riferimento è ad un Atalanta-Napoli datato 2 ottobre 2016 quando Gasperini – anche per fare fronte alle tante assenze per infortunio – punta sulla linea verde, con Caldara al centro della difesa, Gagliardini a metà campo e Petagna in avanti. E proprio quest'ultimo regalerà il gol vittoria.

Da quel momento a Bergamo è nata una nuova consapevolezza, di una ambiente che si riscoprì improvvisamente giovane, spavaldo e pronto a prendersi il proprio spazio: "In sei anni è cambiato il calcio insieme all'Atalanta: travolgevamo gli avversari nei primi venti minuti" ricorda il Gasp "poi siamo cambiati, migliorati, diventando una squadra internazionale". Perché alle vittorie in campionato arrivarono alle le qualificazioni alle Coppe, fino all'ascesa massima in Champions League, la consacrazione finale. Che però oggi manca, segnando uno dei punti più bassi delle ultime stagioni.
Gasperini lo sa, lo ammette, ci spera, soprattutto non molla davanti ad un futuro personale al momento incerto: "Giocare in Europa ci ha fatto diventare più bravi, purtroppo quest'anno lo siamo stati meno. Adesso non ci resta che sperare di tornare a esserlo, nelle sei partite che restano". Ma non accetta le critiche e a chi gli ricorda che alla fine non è arrivato alcun trofeo in bacheca, la risposta è puntuale: "Mi ha fatto male sentire un tifoso che invidiava il Verona perché ha uno scudetto in bacheca, ma posso dire che se anche non abbiamo vinto mai nulla, tutti i record che abbiamo battuto sono pure e vere vittorie".