La famiglia reale del Qatar vieta la birra ai Mondiali 2022: FIFA nei guai con gli sponsor
La famiglia reale del Qatar ha fatto pressioni sulla FIFA per il divieto di vendita di alcolici in tutti gli stadi della Coppa del Mondo a due giorni prima dell'inizio del torneo e ha ottenuto quello che voleva. La nazione ospitante dei Mondiali 2022, dove la vendita di alcolici è limitata agli stranieri che bevono in hotel, in ristoranti autorizzati o ai residenti non musulmani con permessi speciali nelle loro case; ha esercitato pressioni significative e ha deciso che le uniche bevande che saranno in vendita negli stadi durante la Coppa del Mondo saranno analcoliche.
Adesso la FIFA dovrà vedersela con la Budweiser, uno dei maggiori sponsor del torneo che potrebbe mettere la FIFA in difficoltà visto il contratto multimilionario che intercorre tra le parti
Vi erano state discussioni sulla questione anche tra Budweiser e FIFA, anche se il New York Times aveva affermato già in anticipo che dopo l'intervento dei reali del Qatar era molto "probabile" la decisione a cui si sarebbe arrivati. Sempre il noto giornale americano ha affermato che l'intervento è arrivato direttamente dallo sceicco Jassim bin Hamad bin Khalifa al-Thani, fratello del sovrano del Qatar.
Allo stato attuale, i visitatori della Coppa del Mondo possono acquistare alcolici negli hotel e nei ristoranti, nelle Fan-Zone in determinati orari e in alcune postazioni degli stadi, ma non all'interno: quest'ultima ipotesi non dovrà più essere presa in considerazione. La birra costa quasi 14 euro per pinta e i fan saranno limitati a quattro drink per evitare che si ubriachino: se ciò dovesse accadere, le persone potrebbero essere portato in una zona speciale per smaltire la sbornia. Una situazione mai vista prima.
In tutto ciò l'azienda americana aveva dichiarato di non essere stata informata delle modifiche dalla FIFA fino a sabato scorso: la Budweiser aveva mostrato la sua collaborazione con la FIFA per trasferire i punti vendita nei luoghi indicati dal governo e in merito al rispetto dei contratti un portavoce aveva affermato al New York Times solo che "il nostro obiettivo è offrire la migliore esperienza di consumo possibile nelle nuove circostanze". Tutto è cambiato in poco tempo.
Budweiser paga circa 75 milioni di dollari per la Coppa del Mondo ma in Qatar ci sono stati ostacoli insoliti e continue tensioni tra l'azienda e la FIFA su questioni che vanno dall'accordo sui punti vendita e alla negoziazione sulle forniture. Il contratto di Budweiser con la FIFA non solo le conferisce l'esclusiva di vendita, ma richiede anche all'azienda di fornire grandi quantità di birra ai partner e a tutti i tifosi nelle hospitality.
La FIFA aveva già fatto una concessione questa settimana ai governanti del Qatar sul posizionamento degli stand della Budweiser negli stadi: gli organizzatori hanno insistito sul fatto che gli stand fossero troppo evidenti, così hanno accettato di spostarli in posizioni dove sarebbero stati meno visibili anche per le riprese. Adesso non ci saranno più.
In questo modo, ma ora bisogna capire in che modo si evolverà la situazione, la Budweiser non troverà spazio nelle zone stabilite fino a poche ore fa e l'unico posto in cui è possibile acquistare alcolici all'interno degli stadi saranno le hospitality e i palchi che hanno prezzi che partono da 22.000 euro a partita: qui verranno distribuite "bevande analcoliche, birre, champagne, vini selezionati da sommelier e liquori premium".
La prima reazione della Budweiser non si è fatta attendere e sul suo account ufficiale di Twitter: "Beh, questo è imbarazzante…". Ma poco dopo è stata cancellata.
Intanto la FIFA ha pubblicato una dichiarazione sulle vendite di birra negli stadi che ospiteranno i Mondiali: "A seguito di discussioni tra le autorità del paese ospitante e la FIFA, è stata presa la decisione di concentrare la vendita di bevande alcoliche nei FIFA Fan Festival e luoghi autorizzati, rimuovendo i punti vendita di birra dai perimetri dello stadio della Coppa del Mondo FIFA 2022 del Qatar".
La vendita di alcolici non è certo la controversia più importante in merito alla Coppa del Mondo in Qatar, ma a poche ore dal fischio d'inizio la FIFA ha un'altra bega da risolvere.