La faccia di Vidal dopo la lite tra Conte e Lautaro: non sai in che guaio ti stai cacciando
La lite tra Lautaro Martinez e Antonio Conte è finita sotto i riflettori. L'espressione corrucciata del calciatore, visibilmente contrariato al momento della sostituzione, e il calcio alla bottiglietta fanno il paio con il rimprovero a muso duro del tecnico. La mimica di Gabriele Oriali, che si avvicina al calciatore e prova a calmarlo per evitare la situazione degeneri, è una delle scene del copione a trama livera e recitato a braccio dagli attori sul campo. Tra gli attori non protagonisti c'è anche Arturo Vidal. Il cileno è fuori dai giochi per l'infortunio e l'intervento al ginocchio ma, nell'ottica della compattezza di gruppo, è seduto in panchina nella fila di poltroncine alle spalle dell'argentino.
La faccia del centrocampista, che il tecnico ha voluto all'Inter, è emblematica. Non ha bisogno di calarsi nella parte, né sforzarsi d'interpretarla. Sa bene quali possano essere le conseguenze di un alterco con l'allenatore. Sa bene quanto sia severo il tecnico leccese e quali siano i metodi di ‘persuasione' che adotta nei confronti dei giocatori che non seguono le sue direttive e – cosa peggiore – non rendono al massimo come vorrebbe sempre.
Nonostante sia un suo fedelissimo dai tempi della Juventus, nemmeno lui è stato risparmiato dalla intransigenza e dalle critiche. "Torni ad allenarsi, qui nessuno ha il posto assicurato e deve meritare di giocare", è solo uno dei moniti pronunciati senza giri di parole nei confronti del calciatore che non mangia l'erba, come si dice in gergo.
Durante Inter-Crotone e la sfida contro la Juventus gli è capitato lo stesso trattamento riservato all'attaccante: "Gioca e non rompere il c…!", gli urlò Conte alla fine del primo tempo. Stufo delle proteste per il rigore assegnato ai calabresi col Var per un fallo commesso dal giocatore e dalla prestazione sotto tono, nell'intervallo lo lasciò nello spogliatoio. Contro i bianconeri andò anche peggio. Vidal osò reagire: "Sempre il 22… esce sempre il 22", mormorò mentre si sedeva in panchina, nervoso per il cambio. Quale fu la risposta di Conte? Usò un tono tranciante: "Gli deve star bene… punto e basta".