La domanda di Bergomi strega Mourinho: “Non sono un paraculo, ma quando parla lui…”
La Roma ha vinto con un perentorio 4-0 contro il Servette nella seconda partita stagionale di Europa League, ma Mourinho è soddisfatto a metà. L'allenatore portoghese ha definito "orribile" il primo tempo della sua squadra, che si è poi riscattata nella ripresa. Simpatico il siparietto con Bergomi, del quale ha gradito un'osservazione.
La visuale dalle tribune dell'Olimpico, a causa della squalifica, gli ha permesso di notare meglio il brutto approccio dei giallorossi al match: "Primo tempo orribile, non mi è piaciuto per niente. Ero in una posizione bellissima per vedere la partita e quello che ho visto di là non mi è piaciuto. Non abbiamo mai pressato, siamo stati troppo passivi sulla loro occasione. Poco movimento quando la palla arrivava ai nostri giocatori".
Le cose sono cambiate nel secondo tempo, quando anche Lukaku e Dybala si sono riscattati: "Cambiato atteggiamento nel secondo tempo con più ritmo, intensità e aggressività. Senza palla con più sicurezza, sì mi è piaciuto abbastanza. Lukaku e Belotti? Devo dire la verità, nel primo tempo non mi è piaciuto niente, secondo tempo sì. Quando giochiamo con i due, senza Paulo ci manca la creatività perché lui si abbassa e fa la connessione con i due attaccanti puri. Sono due presenze fisiche in area. Ci fanno arrivare al fondo, in area, con i nostri quinti. Però è una cosa diversa giocare con o senza Paulo".
Divertente a Sky il siparietto con Bergomi, con l'analisi impietosa del suo centrocampo che perde anche Pellegrini per infortunio. Un assist per fare il punto sulla solidità del reparto mediano "Pellegrini purtroppo ha un enorme potenziale ma purtroppo ha questa storia clinica e ciclicamente ha dei problemi. Non l’ho ancora visto e non ci ho parlato. Dal linguaggio del corpo mi è sembrato qualcosa di muscolare. Non sono paraculo, ma quando Bergomi parla, parla sempre corretto. È vero non abbiamo ancora incontrato solidità a centrocampo perché non ci sono giocatori con regolarità anche a causa degli infortuni. Renato Sanches significa il ritmo e ha giocato una partita ed è fuori, Leandro Paredes è la sicurezza e organizzazione e sta crescendo".
E una battuta perentoria anche su Aouar che ad oggi è un po' un oggetto misterioso: "Bove deve migliorare capacità di decisione in spazi corti, e Cristante che era quello più in forma e completo deve giocare a difensore centrale. Pellegrini che era nostra creatività gioca e non gioca. Aouar è quello che sta facendo fatica a trovare quello che siamo noi, perché non saremo noi ad andare nella sua direzione, ma è lui che deve venire nella nostra. Ci vuole tempo".
In conclusione evidente la differenza tra le avversarie europee e quelle italiane: "Le squadre di Serie A sono più difficili da affrontare rispetto a quelle di Europa League. Dovevamo fare sei punti perché siamo più forti. Slavia è una storia diversa, è un’ottima squadra e potevano tranquillamente giocare in Champions. Con Sheriff e Servette bisogna fare 12 punti".