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La disperazione di Thauvin tra la depressione a Marsiglia e il flop coi Tigres: “Grazie Udinese”

Florian Thauvin, arrivato a parametro zero all’Udinese ha ripercorso gli ultimi anni della sua carriera tra Marsiglia e il Messico. Uno dei periodi più bui a livello professionale e personale: “Non me ne rendevo conto scappavo, dalla pressione ma era ciò che mi serviva”. Fino alla rinascita in bianconero: “Nessuno mi cercò, poi la chiamata da Udine…”
A cura di Alessio Pediglieri
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Florian Thauvin sta finalmente prendendo confidenza con il campionato italiano e nel prossimo weekend dovrà convincere Cioffi per un posto da titolare nell'Udinese per la sfida di San Siro all'Inter capolista. Un momento importante per l'attaccante francese che recentemente è tornato a parlare del suo periodo più buio, professionale e personale, dal quale è uscito anche grazie alla chiamata del club friulano.

Un arrivo in sordina, senza tanti clamori, in una delle società di seconda fascia del calcio italiano per tornare a segnare, sognare e sorridere: il 30enne attaccante francese Florian Thauvin ha scelto la Serie A accettando la corte dell'Udinese che lo ha prelevato a parametro zero, da svincolato. Togliendolo di peso da uno dei periodi più difficili della sua vita, come lo stesso giocatore ha confessato in una intervista a cuore aperto rilasciata a Canal+. Delle sue tracce si sapeva oramai poco o nulla, scomparso dal radar europeo e finito in Centroamerica, tra le file del Tigres, club messicano, con cui è finita in modo pessimo, tra addii polemici e strascichi giudiziari. La chiusura di un circolo vizioso in cui era sprofondato sin dai tempi del Marsiglia.

Proprio dei suoi problemi all'Olympique, Thauvin conferma di aver vissuto momenti drammatici soprattutto a causa di un periodo di depressione che lo ha messo in ginocchio. A tal punto che nel 2021 aveva rifiutato il rinnovo pur di cercare di ritrovarsi, fallendo. "Lo ammetto, mentalmente non stavo molto bene. L'OM è un club eccezionale, ne sono sempre stato innamorato e ci ho trascorso anni fantastici. Ma è stato per me molto difficile. Ne siamo usciti entrambi provati" confida alla televisione francese. "Avevo necessità di ritrovare un po' di tranquillità e così ho optato per un cambio radicale, scegliendo l'altra parte del mondo, il Messico".

L'obiettivo dell'attaccante francese che proprio a Marsiglia bel 2017-18 aveva vissuto la sua stagione migliore segnando 22 gol e fornendo 11 assist, era di trovare meno pressioni attorno a sé, "sia da parte dei tifosi sia dei media. Ma alla fine mi sono detto che l’OM era il club perfetto per me, dato che lì potevo esibirmi al meglio. E forse avevo bisogno proprio di tutta quella pressione quotidiana per tirare fuori il meglio di me stesso. Ma non lo avevo capito: ero in un periodo di depressione e non lo sapevo. Quando andai dallo psicologo capii tutto".

Un dramma a occhi aperti, in cui Thauvin non aveva più alcun punto di riferimento: "Non me ne rendevo conto nemmeno io e non capivo le persone intorno a me che mi dicevano di andare da qualcuno, per esprimere come mi sentivo. Quando sono andato dallo psicologo, tre mesi prima di lasciare l'OM, ​​sono scoppiato in lacrime durante la conversazione. E' stato bello piangere, ero nella fase più acuta. Rimasi scioccato ma mi dissi che dovevo fare un passo indietro per tornare meglio".

Così il tentativo a vuoto in Messico prima, poi il ritorno in Europa dove per Thauvin però le porte sembrano sbarrate: "Sono rimasto a guardarmi intorno in attesa di una chiamata" ammette ripensando all'inverno 2023 "Ma non c'è stato un solo club in Francia che mi abbia contattato", ammette con rammarico. "Grazie a Dio lo stipendio non è stato mai un problema per me, poi è arrivata la chiamata dell'Udinese a cui devo dire grazie" ha infine concluso, con gli occhi lucidi: "Adesso mi auguro solamente gol e divertimento. Questo è ciò per cui vivo. Ho le zanne di fuori, voglio giocare ancora a lungo".

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