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La differenza tra Napoli e Juve ora è tutta in una immagine: è una questione di mentalità

Il Napoli ha stravinto il big match contro la Juve, dominando in lungo e in largo al Maradona: la differenza tra la squadra di Spalletti e quella di Allegri, in questo momento, è tutta in una immagine.
A cura di Vito Lamorte
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Il Napoli ha stravinto il big match contro la Juventus dominando in lungo e in largo contro la squadra di Massimiliano Allegri al Maradona. In pochissimi momenti i bianconeri hanno dato l'impressione di poter restare davvero in partita perché i ragazzi di Luciano Spalletti sono stati superiori in ogni zona del campo.

Gli azzurri non hanno assolutamente cambiato il loro modo di giocare al cospetto della Vecchia Signora e fin dai primi minuti hanno fatto circolare il pallone con una certa fluidità e cercando di andare in verticale appena c'era lo spazio giusto.

Si potrebbero individuare tanti momenti del match dello stadio Diego Armando Maradona per capire quali sono le differenze attuali tra queste due squadre ma ce n'è una che più di altre ne delinea le mentalità.

Sul risultato di 3-1 Bremer recupera un pallone vincendo un contrasto con Kvaratskhelia e evita che finisca in angolo: in quel momento, dopo essersi girato, il difensore brasiliano vede arrivare Mario Rui che riaggredisce la palla persa partendo da lontano e mettendo pressione sulla linea di fondo. Poi c'è l'errore tecnico in impostazione del calciatore della Juve, con la palla recuperata dal Napoli e Kvara che crossa per il poker di Osimhen di testa.

Una situazione che può sembrare banale ma non è assolutamente così. In questi pochi istanti c'è la differenza di mentalità che intercorre adesso tra le due squadre che occupano i primi posti del campionato di Serie A (Milan permettendo).

Il Napoli sul 3-1 non ha pensato a indietreggiare il baricentro e a tenere il risultato ma ha provato ancora a offendere e a cercare il gol in più occasioni. "Noi dobbiamo giocare, qualsiasi sia il momento della sfida. È il nostro dna": queste le parole di Spalletti a DAZN nel post-partita che riassumono il lavoro che il tecnico sta facendo col club campano da un anno e mezzo.

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Una mentalità che in questo momento la Juventus non ha, come avevano dimostrato le otto gare in cui aveva trovato la vittoria: però nelle sfide precedenti erano arrivati i 3 punti e così questa ‘polvere' era finita sotto al tappeto, mentre alla prima sconfitta tutto è riemerso. La squadra bianconera in questo anno e mezzo di gestione Allegri, senza andare troppo indietro, in tante partite ha avuto difficoltà a calciare verso la porta anche con squadre di medio-bassa classifica e ha spesso vinto grazie alla giocata di qualità del singolo ma non ha mai mostrato un impianto di gioco che esaltava le caratteristiche dei giocatori in rosa.

Il Napoli lo scorso anno, con calciatori diversi in rosa, aveva messo le basi di un lavoro che sta raccogliendo i suoi frutti quest'anno con interpreti differenti. Quando si parla di ‘percorso', di ‘mentalità', si intende soprattutto questo. Vedremo il prosieguo del campionato cosa ci riserverà ma, al momento, non è difficile individuare le squadre che hanno una identità tattica e tecnica ben precisa e squadre che non ne hanno o che sono ancora alla ricerca.

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