La differenza tra Cristiano Ronaldo e Messi spiegata da un’azione di Barcellona-Juventus
Minuto numero 80. La Juventus sta vincendo 3-0 sul campo del Barcellona (e manterrà questo risultato fino al 90°). Ha vendicato la sconfitta dell'andata – ma allora in campo non c'era Cristiano Ronaldo – e messo le mani sul primo posto nel girone di Champions. Era già qualificata, non aveva bisogno di gettare il cuore oltre l'ostacolo per passare agli ottavi di finale. Ma la partita del Camp Nou andava affrontata con il piglio di una finale, con gli ‘occhi della tigre' (come si dice in gergo), con la determinazione di chi non è mai sazio e vuole vincere. Sempre. È con questo animo che la squadra di Pirlo è scesa sul rettangolo verde, trascinata da CR7.
Il portoghese teneva particolarmente a questa sfida sia per il confronto con Messi (per anni alter ego nella Liga quando il duello era scandito dalla rivalità tra catalani e Real Madrid) sia perché in quello stadio, sotto gli occhi degli spagnoli, in casa del ‘nemico' avrebbe venduto cara la pelle. Avrebbe lottato a ogni costo su ogni pallone, senza risparmiarsi.
C'è un'azione in particolare che fotografa la differenza di approccio che ha caratterizzato la prestazione del lusitano e dell'argentino. Insieme fanno 11 Palloni d'Oro (6 a 5 per la Pulce il conto dei trofei), a brillare però è stata (solo) la stella lusitana che ha dato l'esempio ai compagni. Su la testa, sguardo fiero, non abbiate paura e date tutto. Che vinciamo.
Mettete da parte la doppietta su rigore (che ha portato Ronaldo a quota 134 reti in Champions), quel che conta davvero è lo spirito di sacrificio del campione: l'ex Real ha corso, s'è messo a disposizione del gruppo, s'è calato nella parte del leader che combatte in trincea accanto ai commilitoni e con loro va all'assalto. Non è stato solo lì, davanti, ad attendere che arrivasse la palla. L'è andata a cercare, a prendere anche strappare dai piedi dell'avversario (se necessario). Lo ha fatto proprio quando alla fine del match mancavano una decina di minuti e il risultato era in ghiaccio.
Mai dire mai… in Coppa, quando hai dinanzi a te un avversario come Messi e il Barcellona (sia pure in tono minore rispetto allo squadrone di un tempo), non puoi permetterti distrazioni. Ogni calo di tensione può essere fatale. Ecco perché CR7, che in quel momento era lontano dall'azione nei pressi dell'area di rigore juventina, s'è fatto circa 80 metri a ritroso, di corsa, per andare a estirpare la sfera dai piedi di Messi. Lo ha inseguito, tallonato, braccato, ha resistito alle finte e ai cambi di passo, non è caduto nel tranello del contrasto che avrebbe generato il fallo, ha atteso il momento giusto e poi recuperato il pallone. Sacrificio, abnegazione, grande umiltà. A differenza dell'argentino che, rispetto al portoghese, è apparso ancora una volta un soggetto avulso rispetto al resto della sua squadra. Anche in questo ha stravinto l'ex Real che in un tweet postato nel dopo gara ha ribadito il concetto.
Sempre bello tornare in Spagna e in Catalogna, sempre difficile giocare al Camp Nou contro una delle migliori squadre che abbia mai affrontato. Oggi eravamo una squadra di Champions! Una famiglia vera, forte e unita! Giocando così, non abbiamo nulla da temere fino alla fine della stagione… Andiamo!