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La difesa di ferro del Marocco è la migliore ai Mondiali: l’intuizione di Regragui è stata vincente

Il Marocco ha fin qui rasentato la perfezione, approdando in semifinale con un solo gol subito. Un risultato ottenuto attraverso la sapiente scelta del ct Regragui che ha puntato tutto su un giocatore preciso.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Marocco si è confermato l'autentica sorpresa di questi Mondiali in Qatar, il "sassolino nella scarpa" che il ct Regragui aveva detto voler essere tra le favorite alla vittoria finale. E anche nel match con il Portogallo che ha riscritto un'altra pagina di storia del calcio magrebino e africano, è andata in scena una partita che ha rasentato la perfezione, imbrigliando i più qualitativi lusitani e costringendoli a non riuscire ad esprimere in tutti i novanta minuti.

Davanti allo straordinario cammino mondiale del Marocco, prima squadra africana a raggiungere i quarti di finale, si apprezza ancor più il pareggio avvenuto nel debutto contro la Croazia, uno 0-0 che con il senno del poi ha confermato quanto fosse alto il livello delle due Nazionali che hanno manipolato a loro vantaggio il Girone F dove è rimasto stritolato il Belgio della Generazione d'Oro. Da quel momento, Regragui ha trovato certezze e costruito l'avventura fino ad oggi, perfetta dimostrando come il Marocco sia a tutti gli effetti giustamente tra le migliori 4 nazionali al mondo.

Il ct Regragui portato in trionfo dalla squadra: la semifinale mondiale è soprattutto frutto del suo lavoro
Il ct Regragui portato in trionfo dalla squadra: la semifinale mondiale è soprattutto frutto del suo lavoro

Un successo costruito attraverso la prima regola fondamentale per ottenere risultati nel calcio: non subire gol. E la difesa marocchina è a oggi la meno battuta dell'interno torneo in Qatar, vantando un solo gol subito, per di più arrivato attraverso una sfortunatissima autorete. Tutte le altre squadre hanno numeri peggiori: l'Argentina di Leo Messi ha già 5 gol in passivo e la Croazia 3 con lo stesso numero di partite già disputate. Francia e Inghilterra si ritrovano rispettivamente già con 4 e 2 gol con una gara in meno e non potranno fare di meglio.

Una solidità che non è un caso. "La Spagna aveva detto che perdere con noi era stata una disattenzione, oggi avranno capito che non è facile" ha detto il ct Regragui pochi istanti dopo aver conquistato i quarti ai danni del Portogallo. Altra nazionale, insieme alle Furie Rosse – per restare tra gli avversari incontrati dal Marocco – che aveva già dato dimostrazione di un potenziale offensivo da mille e una notte. Eppure, davanti a Bono, qualcosa si è puntualmente inceppato. Prima di Cr7, Joao Felix e Goncalo Ramos, avevano dovuto alzare bandiera bianca Modric e Perisic, De Bruyne, Morata, Torres, Pedri. Tutti numeri uno sotto porta, tutti che hanno fallito.

Merito delle scelte di Regragui che ha dovuto fare a meno di alcuni titolari come Noussari e Nayef ma che ha saputo ricostruire, motivando il gruppo, trovando l'intuizione a dir poco peretta, ponendo la difesa sotto l'ala protettrice del frangiflutti ideale: Sofyan Amrabat.

Per il centrocampista della Fiorentina, è fin qui stato un Mondiale encomiabile con i numeri che ne stanno decretando l'essenza e il segreto della solidità marocchina. Regragui gli ha ritagliato il ruolo da ultimo uomo di centrocampo, libero di potersi muovere in base all'occorrenza per raddoppiare e aiutare nella doppia fase, difensiva e offensiva. E con il Portogallo è risultato ancora una volta tra i migliori per tocchi, contrasti, palle recuperate, duelli vinti. Dopo l'uscita dal campo di Zyech si è messo anche la fascia da capitano e ha trascinato i compagni alla resilienza fino al 90′. E anche se non si prende sempre il premio di migliore in campo, oramai il suo ruolo dentro e fuori il campo è diventato determinante: tanto fondamentale da risultare insostituibile.

Lo ha fatto capire anche lui, in lacrime nel post Spagna-Marocco, lo ha riconfermato con i fatti contro il Portogallo: continua a non essere al cento per cento delle condizioni, ma questo Marocco non può più fare a meno di lui. Amrabat lo sa e lo sa un Continente intero: "Tutto lo stadio era rosso" ha detto a fine vittoria. "Straordinario anche per i tifosi, sembra un sogno". Che continua in semifinale.

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