La difesa della Juventus su Correa e Caicedo sbaglia tutto quello che può sbagliare
Sono stati 10 secondi di follia quelli che sono costati alla Juventus la vittoria in casa della Lazio. I bianconeri hanno concesso l'1-1 a Caicedo e compagni in un momento in cui la partita sembrava di fatto già vinta. Il cronometro segnava circa 17 secondi alla fine dell'incontro quando Dybala commettere l'errore che risulterà decisivo ai fini del risultato: sbaglia il controllo e manda il pallone in fallo laterale. Errore che non resterà il solo, nei concitati momenti che hanno portato al pareggio biancoceleste. Dal momento in cui la Lazio rimette in gioco la sfera (93:53) e l'istante in cui Caicedo infila Szczesny (94:03) trascorrono 10 secondi in cui nella Juventus sbagliano in tanti.
93:53: la Lazio rimette in gioco il pallone da rimessa laterale, dopo che il controllo sbagliato di Dybala aveva mandato il pallone oltre la linea. Marusic lancia il pallone lungo la fascia per raggiugnere Correa, che riceve in posizione laterale e spalle alla porta.
93:57: Bentancur e Cuadrado vanno ad affrontare l'attaccante argentino. Forti del raddoppio di marcatura, i due difendono in maniera blanda e si lasciano infilare da Correa nello spazio che si era venuto a creare tra loro.
93:59: Correa a questo punto fa l'unica cosa che può fare. Punta l'area di rigore cercando di avvicinarsi quanto più possibile alla porta. Il primo ad affrontarlo è Rabiot, che viene saltato di netto.
94:01: la strada verso la porta della Juventus è sbarrata. Correa si ritrova accerchiato da quattro uomini in area di rigore: Bentancur e Rabiot, reduci dai dribbling dell'argentino, Demiral e McKennie. Più distante Bonucci, che lascia inconsapevolmente spazio a Correa per servire Caicedo.
94:03: l'attaccante ecuadoriano è fulmineo nel girarsi e concludere verso la porta di Szczesny, trovando l'angolino giusto. Anche in questo caso, pesa la difesa pigra di Bonucci, che non ha accorciato con la giusta reattività verso il pallone, concedendo prima l'assist a Correa, poi la conclusione a Caicedo.