La delusione di Lukaku: “Tifosi in strada per la Superlega, perché non accade per il razzismo?”
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Romelu Lukaku è uno dei calciatori che più si espone sui problemi sociali dei nostri tempi. Il centravanti dell'Inter e della nazionale belga è tornato a parlare del razzismo nel calcio e nel corso di un'intervista alla nota emittente americana CNN si è soffermato su una delle piaghe sociali che ancora non vede progressi. Big Rom non ha mai nascosto il suo dolore e la sua delusione per queste vicende di discriminazione e ha usato parole molto forti anche in merito a ciò che accade sui social: "Penso che il razzismo nel calcio in questo momento sia al massimo storico. Perché? Anche a causa dei social. Capisco perché persone come Thierry Henry stanno bloccando i loro profili. Eppure è facile, si possono individuare i responsabili, a mio avviso le compagnie che gestiscono i social devono fare di più".
Proprio all'inizio della sua esperienza italiana il centravanti belga è stata oggetto di cori razzisti a Cagliari e sulla situazione nel nostro paese ha affermato: "Per me, ad essere onesto, non vedo davvero progressi. Vedo molte campagne e tutto il resto, ma fino a quando non viene intrapresa una vera azione… In Italia, quando è successo a me direttamente, si è fatto qualcosa perché la Serie A ha parlato con me e la mia squadra. Abbiamo cercato di educare le persone in Italia spiegando che non si fa così. L'Italia è un bellissimo Paese e sono stato accettato bene da tutti, dai nostri e dagli altri tifosi. Da allora le cose sono cambiate ed è quello che dovrebbero fare in tutti i campionati, dovrebbero parlare c…".
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Infine l'attaccante nerazzurro, che esordirà agli Europei con la sua nazionale sabato 12 giugno contro la Russia, ha cercato una similitudine con quanto accaduto in merito al progetto Superlega e alle proteste dei tifosi: "Quando si è parlato della Superlega, la gente e i fan sono scesi in strada per protestare. Io stesso non volevo che accadesse. Ma perché non si mette la stessa energia anche quando si tratta di razzismo?".