La cura maniacale di Conte per l’alimentazione: c’è una lista di cibi che sono assolutamente tabù
Nel protocollo di Antonio Conte c'è una voce cerchiata in rosso: seguire e curare l'alimentazione dei suoi calciatori, in particolare di quelli stranieri che potrebbero cedere alle tentazioni della cucina napoletana. È uno dei punti chiave nel piano di lavoro tanto che l'ex ct della Nazionale ha voluto con sé anche a Napoli Tiberio Ancora, è il nutrizionista al quale ha affidato il compito di stilare una tabella per i calciatori: cosa possono e non possono mangiare è solo una parte della tabella di preparazione della squadra che vuole in forma perfetta per raggiungere i suoi obiettivi.
C'è una lista di vettovaglie che sono considerate proibite, comprende cose del tipo gelati, pizza, pasta, formaggio e latticini: tutti generi da cui stare alla larga. Ne sa qualcosa uno dei nuovi arrivati in azzurro, l'ex del Manchester United, Scott McTominay, che ha impressionato contro la Juventus. Ma in precedenza, sotto la direzione del tecnico salentino, era toccato a Romelu Lukaku recepire la ferrea disciplina dell'allenatore salentino: il belga gli fece perdere ben 22 chili nel giro di poche settimane dal suo arrivo. A giudicare alle condizioni in cui aveva concluso la sua esperienza al Manchester United (sembra pesasse 100 chili) quella utilizzata nei suoi confronti fu una sorta di terapia d'urto.
Dieta bresaola, l'hanno ribattezzata così i tabloid inglesi quella serie di prescrizioni che escludeva tassativamente tutto ciò fosse nemico della forma fisica lasciando prevalenza a un menù mediterraneo a base di verdure e carni bianche ricche di proteine, come tacchino e pollo. Quel particolare regime alimentare produsse gli effetti sperati nel biennio in cui con Conte in panchina l'Inter conquistò lo scudetto e Lukaku realizzò qualcosa come 74 gol in 95 partite in maglia nerazzurra nel suo biennio.
Dall'altra parte della Manica hanno toccato mano in precedenti occasioni quale sia la metodologia i lavoro di Conte anche sotto il profilo della cura alimentare. Al Tottenham fu categorico ed eliminò tutti i cibi pesanti: vietò panini, ketchup, maionese, pizza, bevande gassate, cibi cotti con olio e burro. Unica concessione: la frutta, meglio consumare quella a pezza che bere i succhi. Stesso copione ai tempi del Chelsea, anche allora le prescrizioni erano abbastanza rigide e invalicabili. Del resto, fu anche così che riuscì a conquistare il titolo di campione d'Inghilterra coi Blues.