La confessione del Papu Gomez: “Sono passato dall’essere campione del mondo al telefono che non suona più”
Quello che è successo al Papu Gómez due anni fa lo ha cambiato per sempre. È passato dalla cima del mondo alla squalifica per doping. Il calciatore argentino è risultato positivo al test quando giocava con il Siviglia e pochi mesi dopo i Mondiali in Qatar vinti con l'Argentina è stato fermato per due anni. Ora sogna di tornare in campo col Renate, dove si sta allenando, ma in una lunga intervista rilasciata a Juan Pablo Varsky ha parlato del suo momento: “Sono passato dall’essere un campione del mondo al telefono che non suona più, a scomparire dai media o a non giocare più. Devi sapere come conviverci. Né quando sei lassù sei il migliore, né sei il peggiore adesso. Devi solo dare priorità ad altre cose… Dopo la squalifica ero entusiasta di tornare, ma quando ho ricevuto la massima penalità il mio mondo è andato in pezzi".
L'ex calciatore di Atalanta, Catania e Monza ha affermato: "Sto lavorando per accettare che il personaggio di ‘Papu Gómez’ sta finendo, non esiste più e che ora sono una persona comune, un padre di famiglia. Sto lavorando sul mio ego, spegnendolo un po' e cercando di sopravvivere con ‘Alejandro'".
Papu parla della squalifica: "Ho ricevuto la mail quattro giorni prima della finale dei Mondiali"
Il Papu ha riferito di aver assunto sciroppo per la tosse, cosa che non ha segnalato nel controllo antidoping con il Siviglia: "Arrivavo di notte, la mattina presto a Siviglia, generalmente prendevo una pillola dopo le partite, perché avevo molta difficoltà a dormire. Vado a letto e nel cuore della notte mi viene un attacco di tosse. Dico a mia moglie di darmi lo sciroppo per la tosse. C'era quello del mio figlio più piccolo, Milo, e me lo dà in una tazzina. Qualche giorno dopo ci fu un controllo doping a sorpresa e il medico mi chiese se avevo preso qualcosa, come al solito. Mi ero completamente dimenticato dello sciroppo. ‘I soliti sonniferi e antinfiammatori', risposi. Se lo avessi informato dello sciroppo non sarebbe successo nulla. Passa il tempo e ricevo una email, quella personale, mi comunica che ero risultato positivo. A quattro giorni dalla finale dei Mondiali. È stato orribile. Sono stato molto male per due giorni, mi è venuta la febbre, probabilmente ho indebolito le mie difese".
Gomez ha tenuto tutto per se, visto il momento in cui aveva ricevuto la comunicazione e ha confessato i pensieri più intimi fatti in quel periodo: "Non l'ho detto a nessuno, mi è sembrato molto egoista, non volevo che la gente pensasse ad altro che alla finale del Mondiale. Molte volte ho pensato: ‘Se sarò campione del mondo non giocherò più".Tu chiami le cose e la vita te le restituisce… Sono passato dall'essere campione del mondo a non giocare più".
Papu Gomez e il futuro: "Mi sto allenando in Serie C, ricomincio da capo"
Alejandro Gomez ha parlato anche della possibilità di tornare a giocare dopo la squalifica: "Mi sto allenando in Serie C. Non volevo essere disgustato dalla situazione che mi era accaduta. Poi ho iniziato a giocare a paddle, mi sono completamente allontanato dal calcio. La cosa bella di adesso è che ricomincio da capo, essendo un dilettante, in questo momento sono un ragazzo che vuole esordire in Primera Division. Devo andare a guadagnarmi il posto".
Il Papu ha concluso così la sua intervista: "Dove mi piacerebbe giocare? Ho trascorso tutta la mia carriera in Italia… ma qualunque squadra sarà, dovrà capire che il Papu Gómez è un giocatore di 37 anni che viene da un lungo periodo di inattività. Tornare in Argentina? No, non credo. Perché per ora vogliamo continuare a vivere in Europa. I miei figli sono cresciuti e spostare tutto lì… è difficile".