La classifica della Juve è tremenda: -16 da Napoli e Milan, ha gli stessi punti dell’Empoli
Juventus a -16 da Napoli e Milan in vetta a 31 punti (10 vittorie, 1 pareggio). Le vittorie degli azzurri (0-1 all'Arechi con la Salernitana) e dei rossoneri (0-2 all'Olimpico contro la Roma) sono una mazzata per i bianconeri che dopo 11 giornate si ritrovano a metà classifica (15 punti), fuori dalla lotta scudetto con un ritardo abissale rispetto alla coppia di testa e 4 punti di gap dal quarto posto (occupato dall'Atalanta) che vale l'accesso alla Champions League. La fotografia della situazione è drammatica, uno shock fortissimo per i bianconeri. Nessuno avrebbe mai immaginato che, nonostante le difficoltà, al netto delle qualità della rosa, la condizione sarebbe stata questa dopo 3 mesi di campionato.
Una disfatta per tutti, dal tecnico (richiamato in panchina come deus ex machina) fino alla società passando per la i calciatori, spediti in ritiro fino a sabato prossimo. Zenit San Pietroburgo in Champions (dove la qualificazione è al sicuro) e Fiorentina in Serie A le gare per togliersi gli schiaffi da faccia e rialzare la testa. Una settimana in clausura per rimettere le cose a posto, ritrovare quel "rispetto" che il tecnico ha scandito in conferenza stampa censurando l'approccio mentale del gruppo ai match.
La squadra di Massimiliano Allegri è al 9° posto, come l'Empoli (neo-promosso, corsaro proprio all'Allianz Stadium) che mira alla salvezza e il Verona che sabato ha sferrato un colpo tremendo alla ‘vecchia signora'. L'ha castigata il "Cholito" Simeone e ci ha messo poco: nel primo tempo la sensazione era che l'Hellas avesse la partita in tasca e che, eccezion fatta per le giocate d'orgoglio di Paulo Dybala, nulla potesse fare per ribaltare l'inerzia dell'incontro e rimettersi in carreggiata. Sassuolo e scaligeri: le tappe del calvario dei bianconeri raccontano del percorso di (in)sofferenza della Juventus, una polveriera pronta a esplodere.
Lo dimostra anche la rabbia di Pavel Nedved che non passò inosservata alla fine del match con gli emiliani (vittoriosi per 1-2 a Torino): urlò verso il presidente, Andrea Agnelli, tutto il proprio disappunto per come erano andate le cose. La Viola di Dusan Vlahovic (tripletta allo Spezia) e la Lazio dell'ex Maurizio Sarri sono i prossimi avversari in agenda. Due gare per dare un segnale di vitalità. Bere o affogare. Senza guardare più in là della punta del naso. Senza guardare al derby Milan-Inter (12sima giornata) o pensare anche a Inter-Napoli (13sima giornata), coi nerazzurri arbitri nella corsa scudetto in questo scorcio di torneo. La Juve non può permettersi altro. Non adesso, non ancora.