La cicatrice sulla testa di Raul Jimenez è impressionante
La cicatrice sulla testa di Raul Jimenez è impressionante. Il calciatore dei Wolverhampton sta bene, s'è ripreso del tutto e ha iniziato anche ad allenarsi ma è presto per parlare di rientro in campo dopo il gravissimo infortunio che gli capitò durante la partita con l'Arsenal. Ebbe la peggio in un contrasto di gioco con David Luiz, quel 29 novembre non dimenticherà mai. È il giorno in cui ha rischiato la vita e di dire addio per sempre al calcio giocato per le conseguenze di quel trauma.
La dinamica del terribile infortunio
Una testata tremenda lo mise ko e gli procurò la frattura del cranio. Crollò sul rettangolo verde come corpo morto e quando lo staff medico si avvicinò a lui per i soccorsi capì subito che la situazione era gravissima. Il giocatore venne subito trasportato in ospedale e operato d'urgenza per la riduzione della lesione provocata dal forte colpo ricevuto mentre saltava per prendere la palla.
La cicatrice dopo l'operazione alla testa
Dopo oltre un mese dall'intervento chirurgico le sue condizioni di salute sono nettamente migliorate. Averlo visto in tribuna durante la sfida contro l'Everton ha rappresentato una bella notizia per tutti i tifosi. E alle telecamere, che lo hanno inquadrato mentre assisteva alla partita, non è sfuggito quel ‘segno' sulla parte destra della testa che dà l'esatta dimensione del rischio corso dall'attaccante. È in quel punto che è avvenuto il contatto con il difensore dei Gunners. È quella la zona interessata, medicata in campo e poi sottoposta a operazione dai chirurghi specializzati. "Raul sta bene – fa sapere una fonte interna alla società – ma ci vorrà ancora del tempo prima di rivederlo in campo. Le cose stanno andando per il meglio, occorre però pazienza".
Ancora incerti i tempi di rientro
Jimenez potrà tornare a giocare al calcio normalmente? È il dubbio che ha accompagnato i sostenitori e i compagni di squadra dei Wolves che, da quando hanno perso l'attaccante di riferimento, hanno avuto un trend infelice in campionato. Il timore che non potesse più tornare allo sport agonistico è stato smorzato dalla diagnosi positiva che gli ha permesso di rimettersi al lavoro. Senza fretta, la vita è più importante di ogni altra cosa.