La causa della morte del giornalista Grant Wahl in Qatar: si è rotto un aneurisma, non aveva scampo
Dopo tutti gli interrogativi e le speculazioni sull'improvvisa morte in Qatar del giornalista statunitense Grant Wahl, alimentate dallo sfogo a caldo del fratello con un video – poi cancellato – in cui arrivava addirittura ad ipotizzare che fosse stato ucciso, ci ha pensato oggi la famiglia a fare chiarezza sui reali motivi del tragico episodio. L'esito dell'autopsia cui lo sfortunato 48enne veterano della stampa sportiva americana è stato sottoposto nelle scorse ore ha dato un verdetto che non lascia spazio a dubbi o zone d'ombra: Wahl è morto per la rottura di un aneurisma aortico, uno dei peggiori e più subdoli che possa esserci, visto che è spesso asintomatico e ha come conseguenza un'emorragia interna che non lascia quasi mai scampo.
E scampo non ha avuto Wahl, come spiega dettagliamente la moglie in un lungo comunicato pubblicato sul Substack del giornalista deceduto e rilanciato dal fratello Eric su Twitter: "L'autopsia è stata eseguita dall'ufficio del medico legale di New York City. Grant è morto per la rottura di un aneurisma dell'aorta ascendente a crescita lenta e non rilevato, con annesso emopericardio. La pressione al torace che ha sperimentato poco prima della sua morte potrebbe aver rappresentato i sintomi iniziali – spiega Céline Gounder, facendo capire che in quel momento era ormai troppo tardi non solo per intuire cosa stesse per accadere, ma anche per poi mettere in atto delle procedure salvavita – Nessun massaggio cardiaco o shock lo avrebbe salvato. La sua morte non è stata correlata al Covid. La sua morte non è stata correlata allo stato di vaccinazione. Non c'è stato niente di malvagio nella sua morte".
Quest'ultima affermazione chiude definitivamente le polemiche e i sospetti che avevano circondato la morte di Wahl nelle ore immediatamente successive al malore, che lo aveva colto mentre era allo stadio di Lusail venerdì scorso per coprire il quarto di finale dei Mondiali tra Argentina e Olanda. L'inviato aveva twittato al gol del 2-2 olandese alla fine dei tempi regolamentari: si sarebbe sentito male poco dopo, tra lo sgomento dei colleghi che lo avevano visto lavorare senza problemi e scherzare fino a un attimo prima.
Il suo impegno per i diritti LGBTQ+ e le sue denunce circa le condizioni dei lavoratori migranti in Qatar erano stato il terreno su cui si erano sviluppate le teorie complottiste alimentate direttamente dal video in cui il fratello Eric diceva di "essere gay ed essere la ragione per cui Grant ha indossato la maglietta arcobaleno ai Mondiali (a causa della quale gli era stato in precedenza interdetto l'ingresso alla stadio, ndr). Mio fratello era sano. Mi ha detto di aver ricevuto minacce di morte. Non credo che mio fratello sia appena morto. Credo sia stato ucciso. E chiedo solo aiuto".
Parole poi ritrattate ("mi pento del video, ero sotto shock e avevo informazioni limitate") e che adesso suonano solo come la disperazione di un fratello. Così come i chiarimenti della moglie di Wahl spazzano via anche le accuse agli organizzatori dei Mondiali circa l'assenza di un defibrillatore nella tribuna stampa di uno "stadio miliardario". Tutto diventa vano chiacchiericcio alla luce dell'autopsia: niente e nessuno avrebbe potuto salvare Grant, era semplicemente arrivato il suo momento.