La capitana dello Zambia sarà ai Mondiali: fu esclusa per non aver passato la “verifica del sesso”
Barbra Banda ha combattuto su un ring perché, prima di scegliere il calcio, era un'appassionata di boxe. A 14 anni ha iniziato a praticare pugilato e nel breve percorso sul quadrato ha vinto anche 5 incontri professionistici. Oggi, a 23 anni, è il capitano dello Zambia che giocherà i Mondiali di calcio femminili in Nuova Zelanda ed è inserito nel girone con Spagna, Costa Rica e Giappone.
La sua carriera di giocatrice è iniziata in un'accademia dove non c'erano donne che praticavano football, lei era l'unica in un mondo di maschi a cui ha imparato a tener testa. Banda è la trascinatrice della sua nazionale, che ha preso per mano e guidato alla vittoria (anche) nella recente amichevole contro la Germania. Si ritrova sotto i riflettori ma non per qualità tecniche né per le prodezze sportive della selezione africana, il vero motivo è dovuto alle ombre e alle insinuazioni sulla sua identità sessuale.
Un anno fa, in occasione della Coppa d'Africa, Banda venne esclusa perché non superò la verifica del sesso da parte della Caf (Confederation of African Footbal), eppure aveva partecipato alle Olimpiadi di Tokyo 2021 (dove realizzò due storiche triplette). Il test di idoneità di genere a cui venne sottoposta mostrò livelli di testosterone eccessivamente alti, una concentrazione ormonale che di solito è maggiore tra gli uomini.
Oggi la Fifa ne ha autorizzato la partecipazione alla Coppa del Mondo spiegando al quotidiano tedesco Bild che tutte le squadre "assicurano di svolgere proprie indagini per dimostrare con certezza che i loro giocatori sono donne". I test del DNA o gli esami del sangue vengono valutati caso per caso e i test fisici sono eseguiti solo in circostanze eccezionali.
Il protocollo da parte della Federazione internazionale si attiva dinanzi a un caso sospetto oppure su segnalazione da parte di un'altra associazione: in questo solco la Fifa può condurre indagini attraverso esami del sangue, test del DNA e altri più approfonditi. Ma il procedimento non è automatico. Cosa vuol dire? Quasi nessuna calciatrice viene esaminata.
Banda ha debuttato con lo Zambia nel 2016 e da allora ha realizzato 30 reti con la maglia della rappresentativa africana. Il suo non è l'unico caso che alimentato polemiche e dibattito sulle procedure di controllo adottate in passato. L'ex calciatrice svedese, Nilla Fischer, rivelò dettagli umilianti: "Ci è stato perfino detto che non avremmo dovuto raderci ‘laggiù' e che avremmo mostrato i nostri genitali al dottore".