La Bombonera si ferma al 10′ per Maradona, la figlia Dalma in lacrime: “Giustizia per Diego!”
Si sapeva che sarebbe successo, ma Diego Armando Maradona in vita aveva un dono e ce l'ha anche ora che non è più su questa terra: moltiplicare le emozioni, espanderle fino ai confini del cuore. Stanotte si è giocata Boca Juniors-Gimnasia, proprio nel giorno del compleanno del Pibe, che sabato 30 ottobre avrebbe compiuto 61 anni. Il destino aveva apparecchiato esattamente in questo giorno la sfida tra due squadre che hanno segnato la vita del fuoriclasse argentino. Da una parte il Boca, club di cui Diego è uno dei più grandi idoli e nel quale ha giocato ad inizio e fine carriera, con tanto di box privato in tribuna da cui era solito fare il tifo; dall'altra il Gimnasia, squadra di cui era allenatore al momento della sua tragica morte avvenuta il 25 novembre dello scorso anno, e con i cui colori ha fatto le sue ultime apparizioni pubbliche.
Che la serata sarebbe stata speciale si è capito subito, l'atmosfera era impregnata di commozione: le bandiere di Diego su tutte le tribune, il suo box in attesa, una gigantografia col suo volto a coprire il cerchio di centrocampo, il ricordo indelebile del Diez. Le emozioni sono proseguite nei minuti prima dell'inizio del match: le due squadre sono scese in campo indossando magliette bianche con la scritta "10" e il capitano del Boca, Carlos Izquierdoz, insieme al compagno Frank Fabra, ha consegnato una t-shirt e una targa commemorativa a Dalma Maradona, la figlia maggiore di Diego.
Ma il brivido più grande è arrivato al minuto 10, quando l'arbitro ha fermato il gioco e sul maxischermo sono passate le immagini di Maradona nelle sue diverse fasi da giocatore del Boca e anche da tifoso. La Bombonera è esplosa in un urlo d'amore per il suo eroe immortale e nel box di famiglia Dalma non è riuscita a trattenere le lacrime. In precedenza la figlia del campione argentino aveva appeso sulla balaustra una maglietta con un messaggio eloquente: "Giustizia per D10S!". Chiaro il riferimento al processo in corso per accertare le responsabilità di chi – falsamente amico, avvocato, medico di Maradona – lo ha invece accompagnato verso una morte in solitudine. Quella fa ancora male e non bastano i cento, mille tributi che Diego ha ricevuto in queste ore per curare una ferita che brucia come fosse oggi.