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Kvaratskhelia nervoso come non si era mai visto in Napoli-Milan, le urla di Spalletti: “Calmati”

Alcuni aspetti della prestazione del georgiano caratterizzano la serata assolutamente negativa degli azzurri che in campo non sono mai scesi davvero. “È finita, è finita!”, gli urla Spalletti dalla panchina.
A cura di Maurizio De Santis
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Spalletti urla dalla panchina, richiama l'attenzione del georgiano: gli dice di darsi una calmata.
Spalletti urla dalla panchina, richiama l'attenzione del georgiano: gli dice di darsi una calmata.

"Kvara… stai calmo, stai calmo! Kvara, la partita è finita!". Luciano Spalletti s'è alzato dalla panchina per richiamare il suo calciatore. È a bordo campo, gli urla di smetterla e placarsi. Quell'atteggiamento aggressivo non serve più. Non serve rischiare farsi del male. Non serve incappare in qualche sanzione rischiosa, pesante, che potrebbe rendere ancora più doloroso l'esito della partita contro il Milan. Le quattro sberle prese sul muso dal Napoli e una prestazione assolutamente negativa (non solo per il risultato di 0-4) possono bastare.

È meglio non peggiorare le cose, né fare sciocchezze. Tutta quell'enfasi è solo questione di nervi e di sangue che ribolle. È meglio riservare tanto ardore per le prossime gare di Champions (sempre coi rossoneri, che valgono la qualificazione in semifinale) e di campionato (per avvicinarsi ancora un po' al traguardo scudetto).

Il georgiano in azione contro il Milan nella serata disastrosa del Napoli.
Il georgiano in azione contro il Milan nella serata disastrosa del Napoli.

Il nervosismo, gli scatti emotivi, lo strano furore agonistico (quello che fa danni ed è altro rispetto all'intensità di gioco) di Khvicha Kvaratskhelia tracciano la cornice dentro la quale Napoli e il Napoli sono stati protagonisti di una serata disastrosa, tremenda dentro e fuori dal campo. L'estratto video mostrato durante la trasmissione SuperTele su DAZN per analizzare cosa è successo alla squadra di Spalletti offre un contributo importante alla disamina di un tonfo tanto inatteso quanto fragoroso.

L'immagine del georgiano che tenta una giocata e, pressato, reagisce rifilando manate e un calcetto non appena persa palla è insolita: il 77 azzurro è abituato a saltare gli ostacoli non li butta giù a spallate; se un difensore gli chiude lo spazio lui ne inventa un altro con un tocco delizioso; se provano a strappargli la palla dal piede, con una magia la fa scomparire e poi riappare da un'altra parte.

Il 77 dei partenopei in serata no come tutta la squadra.
Il 77 dei partenopei in serata no come tutta la squadra.

I calciatori dell'Atalanta ancora ricordano cosa vuol dire trovarselo davanti: Toloi restò a gambe divaricate, immobile e capo chino dopo che in otto (portiere compreso) contro uno non riuscirono a placare l'ira funesta di Kvara. A Sky l'ex attaccante Paolo Di Canio ne esaltò il gesto tecnico e il talento partendo da una "mossa esca", il radiocronista Rai si lasciò trascinare dall'enfasi per spiegare la bellezza di quella prodezza ma contro il Milan è stata tutta un'altra storia con un finale bruttissimo e un Kvicha irretito da se stesso come tutto il Napoli che in campo non c'è mai sceso per davvero. "È finita, Kvara… è finita!".

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