Kvaratskhelia indemoniato, trascina il Napoli. E Osimhen scaccia l’incubo Bologna
Un incredibile spreco e un rischio beffa compensati dalla qualità del Napoli, che aggancia il decimo successo di fila (3-2) tra campionato e Champions League. La partita dei partenopei contro il Bologna spuntato è lo specchio della leggerezza con la quale gli azzurri sono andati in campo. Kvaratskhelia (sempre lui) si danna l'anima ma non basta: lui cuce la tela, i compagni di squadra la disfano commettendo errori malsani, lasciandosi sorprendere prima da Zirkzee, che ancora ringrazia le belle statuine in difesa, poi da Barrow che approfitta di una papera di Meret. Invece di deviare la conclusione insidiosa che gli rimbalza davanti prova a bloccarla… e la combina grossa.
Kvicha corre da una parte all'altra, fa cambi di passo che mandano in bambola gli avversari, ricama assist dai quali scaturiscono palle su cui c'è scritto ‘basta spingere', mette in ambasce Skorupski e un po' impreca quando vede come va a finire. Palo di Mario Rui, Politano la manda alle stelle: è la saga del gol mangiato che porta con sé la più classica beffa del vecchio adagio e del gol subito. Ci pensano Juan Jesus e Lozano a rimettere le cose a posto per due volte di fila ma gli azzurri, ebbri per la qualificazione di Champions in tasca e forse convinti di poter fare un sol boccone dei rossoblù, un po' stanchi per il surplus di impegni, riescono a farsi del male da soli.
La zampata di Osimhen. Spalletti lo manda in campo nella ripresa. Là davanti ha bisogno di qualcuno che ci metta fisico e sgroppate rispetto alla capacità di manovra di Raspadori. Là davanti serve qualcuno che dia profondità lanciandosi a mo' di cuneo nella difesa avversaria. L'attaccante nigeriano, rientrato dopo un lungo periodo di infortunio muscolare, si disimpegna alla sua maniera: un misto di furore agonistico e precisione quando piazza la rete del 3-2 con un rasoterra velenoso sul quale può nulla il portiere del Bologna.
Centimetri e muscoli in difesa. Il tecnico rimodula l'assetto: si rivede Elmas, protagonista di una story in settimana che ha fatto discutere per la battuta sulla panchina"suo unico amore", e torna nella mischia dopo le fatiche di coppa anche Olivera. C'è spazio anche per Demme dopo la frattura al piede, va sul rettangolo verde per far rifiatare Lobotka. Il Napoli prova così a coprirsi, a blindare gli spazi ma senza rinunciare ad attaccare. Zielinski fa tremare la traversa su suggerimento di Kvara (è ovunque), che gli dà una palla perfetta per attesa e scelta del tempo giusti. Va bene così, la vittoria – comunque sia arrivata – vale pur sempre la vetta.