Kudus segna e mostra la dedica a Christian Atsu, l’arbitro prende una decisione da brividi
Mohammed Kudus dell'Ajax ha avuto un solo pensiero dopo aver segnato il gol e non gli interessava quali sarebbero state le conseguenze del suo gesto. Ha calciato la punizione in maniera perfetta, ha visto la palla entrare in rete ma non ha esultato per il 4-0 che ha reso più larga la vittoria dei ‘lancieri'. Meglio, non lo ha fatto come al solito.
Non poteva, non voleva, non se la sentiva. Quel gol per lui ha un valore particolare e dalla sua reazione si capisce perché: corre verso la porta avversaria poi si volta, alza la maglietta e mostra il messaggio che ha scritto sulla t-shirt. Si augurava di poterlo mostrare: è una dedica semplice ma carica di tenera tristezza a Christian Atsu, il connazionale ghanese trovato morto sotto le macerie in Turchia.
L'ultimo gol in assoluto, quello che lo ha convinto a restare all'Hatayspor nonostante avesse in mente di lasciare il club, ha cambiato il corso del suo destino: prima la festa in campo, poi una serata trascorsa con i compagni di squadra e il rientro nella sua abitazione nel cuore della notte. Poco dopo il violento terremoto lo avrebbe risucchiato nel mucchio di detriti e pezzi di cemento, seppellito sotto quella coltre di macerie del palazzo spazzato via dalla scossa tellurica.
Atsu lo aveva segnato su punizione e quando oggi Kudus l'ha messa dentro su calcio franco non ha avuto alcun dubbio su quale fosse la cosa più giusta da fare. A termini di regolamento quel gesto andava punito con un cartellino giallo ma è l'arbitro lo ha risparmiato. "RIP Atsu", una sigla e il nome del compagno di selezione africana al quale augurare la pace nel riposo eterno hanno caratterizzato quel momento di grande commozione.
Kudus ha alzato le braccia al cielo, aveva lo sguardo e le dita rivolte verso qualche punto lassù in memoria del calciatore deceduto nella sciagura. Si aspettava che il direttore di gara gli mostrasse il cartellino giallo ma non è stato così. L'arbitro Pol van Boekel ha deciso di non ammonirlo. Lo ha graziato ed è stato lo stesso Kudus (come riportato dal giornalista Owuraku Ampofo) a spiegare cosa gli ha detto in campo: "Mi ha spiegato che non è consentito togliere la maglia ma ha capito perché questa è una situazione più grande del calcio".
Il cadavere e gli effetti personali di Christian Atsu sono stati ritrovati solo nelle ultime ore sotto i resti dell'edificio dove risiedeva ad Antiochia, nel sud della Turchia. È stato il suo agente a confermarne la dipartita all'agenzia privata turca DHA. "Il corpo senza vita di Atsu è stato scoperto sotto le macerie. I suoi effetti personali sono ancora in fase di rimozione. È stato trovato anche il suo telefono", le parole del procuratore Murat Uzunmehmet.
Il 31enne ex calciatore di Chelsea e Newcastle si trovava nella residenza dei Rönesans, una torre alta 12 piani crollata a causa del fortissimo sisma. La concitazione e il caos di quei momenti avevano alimentato anche un giallo clamoroso sulla sua persona: il club annunciò che era riuscito a salvarsi, la stessa ambasciata del Ghana in Turchia e la Federcalcio del suo Paese sostennero che era stato rinvenuto vivo dai soccorritori. Un'informazione rivelatasi sbagliata.