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Kroos contro l’organizzazione del Mondiale in Qatar: “Paese dove si violano i diritti umani”

Parole di fuoco di Toni Kroos contro l’organizzazione della Coppa del Mondo del 2022 in Qatar nel corso del suo podcast, Einfach mal Luppen. Il calciatore del Real Madrid e della Germania si è schierato contro i Mondiali nel paese asiatico perché lì si violano i diritti delle persone e la decisione di abbandonare la Nazionale dopo gli Europei arriverà proprio per non giocare in Qatar.
A cura di Vito Lamorte
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In un momento storico in cui i calciatori non sempre sono disposti a parlare di questioni sociali e si limitano spesso a rilasciare dichiarazioni tutte uguali una delle eccezioni si manifesta nella persona di Toni Kroos. Il fortissimo centrocampista del Real Madrid e della nazionale tedesca è uno degli atleti che si espone di più anche su temi extra-calcistici e nelle scorse ora ha pronunciato parole molto forti nei confronti dell’organizzazione del prossimo Mondiale in Qatar 2022 dal suo podcast ‘Einfach mal Luppen‘: "Non condivido l'organizzazione del Mondiale al Qatar, anche se è una scelta di ormai 10 anni fa.Esistono varie ragioni e tra le più importanti c'è quella delle condizioni dei lavoratori. Operai, immigrati… che lavorano senza pause, anche a 50°. Senza cibo, né acqua, qualcosa di assurdo soprattutto a certe temperature.La sicurezza sul lavoro non è tutelata in alcun modo. Non c'è alcuna assistenza medica e spesso i lavoratori sono stati anche oggetto di violenze. Tutte cose francamente inaccettabili. In generale, ci sono condizioni di lavoro pessime per gli operai, indipendentemente dal fatto che si tratti di costruire stadi di calcio o altro".

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Da diverso tempo sono in atto sempre più proteste, più o meno attive, nei confronti della scelta di giocare il Mondiale nel paese asiatico e anche Kroos ha espresso il suo pensiero sulla situazione: "Parlare oggi di boicottaggio rischia di essere oramai inutile vista la prossimità della competizione e in più mi chiedo: sarebbe davvero servito? Non credo proprio. L’unica speranza è che parlarne oggi faccia in modo che in futuro chi organizza la Coppa del Mondo prenda in esame questi problemi e la situazione possa migliorare”.

Nei giorni scorsi la Norvegia e la Germania sono scese in campo con delle magliette con riferimento ai circa 6500 lavoratori immigrati, provenienti da India, Bangladesh, Nepal e Pakistan; che secondo quanto ha riportato il tabloid britannico The Guardian sono morti in Qatar durante la costruzione degli impianti che ospiteranno la Coppa del Mondo del 2022.

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