Koulibaly parla da capitano nello spogliatoio del Napoli: invita qualcuno a uscire, nessuno fiata
Guardando la classifica il Napoli è sempre lì, a quota 66, alla pari con l'Inter e a soli 2 punti dal Milan capolista, fermato ieri sera sullo 0-0 dal Torino. Eppure – sarà la partita da recuperare dei nerazzurri contro il Bologna che li rende virtualmente favoriti, sarà la mazzata psicologica della sconfitta casalinga contro la Fiorentina, l'ennesima stagionale al Maradona – in casa azzurra si dà quasi per perso irrimediabilmente il treno Scudetto, quando mancano 6 giornate al termine del campionato e dunque sono disponibili ancora 18 punti.
Alla vigilia del match Luciano Spalletti aveva caricato a dovere la propria squadra, evocando il "mantello da supereroi" che deve avvolgere i giocatori del Napoli quando giocano davanti al loro caloroso pubblico, ma in questa stagione il fattore campo – storicamente un punto di forza della formazione azzurra – sembra quasi essere un ostacolo, come se la maggior pressione frenasse la squadra. La sconfitta contro i viola è la quinta nell'attuale campionato: il Napoli è settimo per punti conquistati tra le mura amiche, laddove invece è primo – assieme al Milan – considerando solo le gare in trasferta, dove ha perso una sola volta.
Al termine della partita con la Fiorentina, il morale dei giocatori azzurri era comprensibilmente sotto i tacchi ed anche le parole di Spalletti ai microfoni – "questa sconfitta è una sentenza" – non hanno contribuito a far scorgere raggi di luce al di là delle nubi. Ci ha pensato allora Kalidou Koulibaly, capitano senza fascia del Napoli, a dire le parole giuste nel silenzio dello spogliatoio del Maradona, quando i volti erano bassi e i cuori pesanti. "Mancano ancora tante partite, chi non crede nello Scudetto, esca dallo spogliatoio", ha detto il difensore senegalese. Parole, quelle riferite da Tuttosport, che ovviamente nessuno ha contraddetto: non crederci ancora, del resto, sarebbe assurdo vista la classifica. Appuntamento a lunedì di Pasquetta contro la Roma, nuovamente al Maradona: non è ancora finita.
