Koulibaly minaccia di lasciare la Coppa d’Africa, caos in ritiro: colpa di un tampone
La rabbia di Kalidou Koulibaly è scoppiata nel ritiro del Senegal. Il difensore centrale del Napoli è in nazionale per la Coppa d'Africa ma la positività al Covid di sabato scorso lo ha costretto a mordere il freno, restare dietro le quinte, in isolamento in albergo a vedere in tv l'esordio (vincente) della sua selezione contro lo Zimbabwe (Gruppo B). Non potrà essere in campo nemmeno in occasione della seconda sfida del girone di qualificazione con la Guinea: secondo lo staff medico della sua federazione non è in condizioni di giocare. È stata questa la scintilla che ha fatto infuriare il calciatore che chiedeva di essere testato di nuovo come i compagni di squadra per verificare se negativo o ancora "infetto".
Come stanno le cose e, soprattutto, qual è il protocollo? Secondo la profilassi un ulteriore controllo era previsto per la giornata di ieri (test che ha riscontrato ancora la positività del calciatore, asintomatico) con il prossimo in programma ogni due giorni. Koulibaly invece – come sottolineato dal quotidiano Record – aveva chiesto di essere ‘tamponato' di nuovo così che, in caso di negatività, avrebbe potuto ricongiungersi ai compagni di squadra ed eventualmente essere pronto per scendere in campo per la sfida con la Guinea (a quota 3 nel girone come il Senegal).
Ottenuto un rifiuto, il giocatore ha perso la pazienza minacciando perfino di lasciare la nazionale una volta negativo. Il senso del suo sfogo si riassume in un'espressione in particolare: "Se resto ancora fuori che senso ha la mia presenza qui? Cosa ci sono venuto a fare in Coppa d'Africa?", si legge sui media senegalesi. La vicenda sembra rientrata, molto dipenderà anche da cosa accadrà nelle prossime ore. "KK" non è l'unico tra i calciatori positivi al Covid nella sua selezione: in base agli ultimi test, in quarantena ci sono anche il portiere del Chelsea Mendy, Idrissa Gana Gueye e Fode Ballo Touré.