Klopp non dimentica quello che gli ha causato Ramos: “Ha fatto quel fallo con grande piacere”
Le vecchie ruggini non vanno via, neanche quando ormai tutti i protagonisti hanno voltato pagina. Jurgen Klopp ha vinto tutto sulla panchina del Liverpool nel suo ciclo durato nove anni ma non dimentica mai cosa è successo nella finale di Champions League del 2018 contro il Real Madrid: gli inglesi erano arresi dopo la sconfitta per 3-1 (anche se poi si sono rifatti l'anno successivo) ma più di tutto ne era nato uno scontro a distanza con Sergio Ramos per quello che aveva fatto a Salah.
L'allenatore tedesco ha vissuto quel momento dalla panchina e non ha mai dimenticato ciò che era stato in grado di fare il difensore avversario al suo attaccante. Un gesto antisportivo che a distanza di sei anni vive ancora con grande rabbia, come dimostrato durante il suo intervento al podcast "Einfach mal Lupen" di Toni Kroos e suo fratello Felix.
Klopp se la prende con Ramos
Quella finale di Champions League sembrava stregata per il Liverpool che era arrivato a un passo dal sogno prima di cedere. Non avrebbe mai immaginato di vincere quella coppa l'anno successivo e l'occasione contro il Real Madrid sembrava sprecata, soprattutto perché la vittoria degli spagnoli era stata sporcata dal comportamento di Ramos nei confronti di Salah: durante un contrasto il difensore aveva trascinato a terra l'egiziano facendogli rompere la spalla con la caduta e costringendolo a uscire in lacrime.
Una tegola enorme per i Reds che aveva fatto infuriare anche Klopp in conferenza stampa, con continue recriminazioni su quel fallo non sanzionato e sul gesto antisportivo del rivale che aveva sbeffeggiato tutti. Sei anni dopo l'allenatore non ha cambiato idea e non ha dimenticato quello che è successo: "Il signor Sergio Ramos è davvero un bravo ragazzo? Non è il mio giocatore preferito. L'azione è stata brutale. Naturalmente, non può sapere che gli dà fastidio alla spalla, sappiamo tutti che ha fatto quel fallo con grande piacere. Non ho mai capito la sua mentalità, non ho mai avuto giocatori del genere e, quando ero in panchina, facevo in modo che andassero via".
Kroos ha provato a prendere le difese del suo ex compagno di squadra, dicendo che era un ottimo uomo spogliatoio e anche un buon amico ma questo non è bastato a convincere Klopp: "Mi riesce difficile crederci. Non sarà il mio giocatore preferito, ma non importa". E quando l'ex calciatore gli ha chiesto se avrebbe mai voluto uno come lui in squadra il tedesco è stato lapidario: "Ho sempre pensato che i miei difensori centrali fossero abbastanza bravi da non essere coinvolti in azioni del genere".