Klopp incantato dalla giornalista italiana in diretta: “Le tue parole suonano come musica”
La professionalità e l'esperienza della giornalista di Amazon Prime Video, Alessia Tarquinio. La cordialità, l'empatia e il rispetto mostrati dal tecnico del Liverpool, Jurgen Klopp, che al termine della semifinale di andata di Champions, nonostante lo stress e l'adrenalina di un match molto duro contro il Villarreal, si presenta con molto garbo ai microfoni per le interviste a caldo. Non è una falsa cortesia, addolcita e agevolata dal risultato del campo (2-0) che consegna ai Reds un pezzo di qualificazione, ma una lezione di stile che spiega come anche da questo punto di vista l'Italia sia lontana anni luce dalla comunicazione reale, garbata, sincera e non tossica.
"Sound like a song… le tue parole suonano come musica", dice l'allenatore tedesco ma il suo non è un complimento melenso e poco elegante. Non è nelle sue intenzioni svilire il ruolo del cronista perché donna. Non è un eccesso di confidenza utilizzato a mo' di escamotage per svicolare dalle domande. Semplicemente Klopp apprezza i tempi e la precisione della traduzione simultanea oltre alla musicalità delle parole che raccontano le sue impressioni sul match mentre in sottofondo si ascoltano i cori dei tifosi di Anfield Road in festa per il successo e per la sensazione che è (quasi) fatta.
"Mi ha fatto i complimenti perché suona più bella la mia traduzione in italiano che in inglese", aggiunge Tarquinio protagonista dell'ironico botta e risposta con Klopp. La padronanza del linguaggio e il gioco di parole della giornalista lo stuzzicano. È l'apostrofo rosa che Cyrano/Jurgen mette tra i vocaboli "complimenti" e "brava" che riserva alla giornalista per il modo in cui raccoglie il suo pensiero, il bell'effetto che fanno l'ascolto e le riflessioni poste.
Come si dice in gergo, l'attacco di un pezzo, più ancora in tv, è tutto. Ecco perché quel "Possiamo chiamarlo Livercool?" esposto subito dalla giornalista in qualche modo indirizza il tono della discussione. È la domanda che lascia già intendere quanto sia stata godibile la prestazione degli inglesi per profilo tattico, intensità, approccio, concentrazione, capacità di restare in partita, trovare momento e spazio giusti per dare la svolta al match.
Qualità che il tecnico ribadisce con umiltà, perché è quanto si è effettivamente visto in campo, e mette da parte quando gli viene posto il più classico quesito dalle cento pistole: "La finale è già vicina?" Klopp tira un sospiro, sfodera un sorriso ("niente… io lo faccio ridere sempre…", la reazione divertita della cronista) e chiarisce come sia impossibile pensare di rilassarsi ("non possiamo stendere le gambe sotto il tavolo") sia perché sarebbe un errore sottovalutare il match di ritorno, credendo di avere la qualificazione in pugno, sia perché la densità d'impegni in calendario è tale che l'unica cosa più saggia è ragionare partita per partita. Altro sorriso, thank you, ciao ciao, sipario e applausi.