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Kljajic incontra i tifosi per riappacificarsi, ma è un agguato: “Volevano cavarmi gli occhi”

Filip Kljajic, portiere serbo del Novi Pazar ha vissuto un incubo con il tentativo di riappacificarsi con i tifosi della sua squadra finito in malo modo.
A cura di Marco Beltrami
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Filip Kljajic è profondamente turbato. Il 32enne esperto portiere pensava di aver visto tutto nel mondo del calcio e invece è rimasto scioccato da quanto accaduto dopo l'ultima sconfitta incassata con la sua squadra nel massimo campionato serbo. L'estremo difensore capitano del Novi Pazar ha dovuto fare i conti in prima persona con la violenza ultrà.

Dopo una lunga carriera in cui ha difeso anche i pali di Stella Rossa, Hajduk, Metalac, Partizan, Platinias, finendo anche in Giappone, il classe 1990 era rimasto svincolato. A luglio è arrivata la chiamata del Novi Pazar che ha permesso a Filip Kljajic di rimettersi in gioco. Le cose recentemente non stavano andando benissimo, con tre sconfitte nelle ultime quattro. La più recente quella contro il Kolubara che ha mandato su tutte le furie i tifosi.

Dopo la partita c'è stato un confronto molto duro con la tifoseria, con i tentativi di Kljajic di placare gli animi assolutamente fallimentari a giudicare da quanto raccontato a Novosti: "Siamo andati a salutare i tifosi e loro hanno iniziato ad insultarci. Come capitano ho risposto che non vedo quale sia il problema, perché stiamo giocando bene, stiamo ancora lottando per arrivare in Europa e loro ci hanno incolpato di una sconfitta. Tuttavia, poi mi hanno attaccato, hanno iniziato a insultarmi per motivi religiosi e non solo. Sarebbe sgradevole dire le parole che mi hanno urlato".

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Insomma l'atmosfera era incandescente e proprio per questo il club ha provato a stemperare. Il segretario generale del Novi Fikret Mededović ha cercato di fare da paciere tra il capitano e i tifosi. Le cose però sono andate ancora peggio, con Kljajic che è stato addirittura aggredito.

Questo il suo racconto orribile: "Mi ha invitato a incontrare di nuovo i fan. E lì ho vissuto maltrattamenti, cose anche peggiori, che ha visto anche lui. Mi hanno afferrato la testa, storto le orecchie e minacciato di rompermi le braccia e cavarmi gli occhi". Proprio per questo, il portiere ha deciso di lasciare la squadra, così come l'allenatore Feđa Dudić e Rasim Ljajić

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