video suggerito
video suggerito

Khephren Thuram sul razzismo: “A 13 anni una donna a Parigi mi ha gridato ‘Torna da dove vieni'”

Thuram ha raccontato le ferite che si porta dietro a causa del razzismo: “Quella sensazione, la fitta, quando vedi il razzismo per quello che è: assurdo. Mio padre mi aveva spiegato come mi sarei sentito ed è andata proprio così”
A cura di Ada Cotugno
0 CONDIVISIONI
Immagine

La lotta al razzismo è una questione di famiglia per i Thuram che da anni sono impegnati nel combattere ogni tipo di discriminazione. Come il capostipite Lilian, anche il giovane Khephren Thuram è arrivo nella campagna di sensibilizzazione e ha vissuto in prima persona le conseguenze dell'odio razziale: negli anni trascorsi in Francia ci sono stati diversi episodi che lo hanno ferito e che adesso porta come testimonianza per raggiungere i più giovani.

Il giocatore della Juve è stato ospite nel liceo francese internazionale di Torino frequentato da suo fratello Marcus e ha rilasciato un'intervista a La Stampa a margine dell'evento. Ha potuto parlare con i piccoli tifosi, appassionati di sport e aspiranti calciatori, per trasmettergli i valori più importanti e continuare la campagna contro il razzismo che da anni viene portata avanti anche da suo padre.

Immagine

La testimonianza di Thuram sul razzismo

Purtroppo sono ancora tanti gli episodi di discriminazione razziale che avvengono ogni giorno. Anche sui campi da calcio l'ondata d'odio non si ferma, nonostante le iniziative dei club e della Lega che cercano di arginare il triste fenomeno: "Sono rimasto in Italia fino ai 4 anni, non ricordo bene. In Francia il razzismo l’ho incrociato. Temo non ci sia un posto specifico dove incontrarlo, purtroppo è un atteggiamento che ci troviamo davanti. Ho avuto anch’io le mie brutte esperienze".

Poi Thuram ha raccontato uno degli episodi che più lo hanno ferito, avvenuto quando era solo un adolescente: "Posso pescare a caso nella memoria. Avevo, mi pare, 13 anni: mio padre mi ha lasciato davanti a casa, ero senza chiavi, aspettavo mia madre lì sotto e facevo su e giù di fronte al portone. Una donna è rimasta a fissarmi e vedendo che non me ne andavo mi ha gridato: ‘Torna da dove vieni'. E io sul serio non ho capito. Ci ho proprio pensato. ‘Dove devo tornare? In Italia? Come lo sa?'. Poi quella sensazione, la fitta, quando vedi il razzismo per quello che è: assurdo. Mio padre mi aveva spiegato come mi sarei sentito ed è andata proprio così. Non dovrebbe succedere, capiterà ancora. Papà mi ha aiutato ad affrontare il problema, magari oggi io ho dato una mano a qualcun altro"

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views