Katie Meyer è morta suicida, i genitori svelano il motivo: aveva paura della punizione del college
La morte di Katie Meyer – 22enne portiere statunitense della squadra di calcio femminile dell'università di Stanford, di cui era anche capitano – era stata ritenuta "non sospetta" in base ai primi riscontri del dipartimento dello sceriffo della contea di Santa Clara, in California. La ragazza era stata trovata senza vita nella propria stanza all'interno del campus e fin dall'inizio era apparso chiaro che non c'erano altre persone coinvolte nella tragedia. La conferma è arrivata dall'ufficiale medico legale della contea che ha affermato che la sua morte è stata "autoinflitta". Un modo freddamente tecnico per dire che Katie Meyer si è suicidata.
In un primo momento si è pensato che il suicidio della calciatrice fosse collegato ai postumi di un recente intervento chirurgico al ginocchio. Pochi giorni fa la giovane si era lamentata del dolore che ancora la affliggeva, postando un video in cui diceva che quella mattina non si era potuta allenare intensamente "perché il mio ginocchio è molto gonfio". In precedenza, ad inizio febbraio, aveva documentato sempre via social l'operazione cui era stata sottoposta. Sui social Katie era attivissima, così come sprigionava vitalità nel quotidiano.
Studentessa in relazioni internazionali e in storia presso la prestigiosa Stanford University, la Meyer aveva anche pubblicato sue foto con le stampelle dopo l'intervento, mentre andava a prendere un caffè e giocava con i Lego di Star Wars. "Mi sono finalmente operata per affrontare il dolore di cui soffro da circa un anno – aveva twittato – Ho un breve recupero (da 8 a 10 settimane) fino a quando non sarò completamente tornata, ma vale davvero la pena sentirsi al 100%. La salute è ricchezza, e sono di ottimo umore ed entusiasta di prendermi cura del mio corpo".
No, il ginocchio e l'operazione non c'entravano. Il recupero sembrava andare bene ed il portiere sarebbe ben presto tornato ai suoi standard di rendimento, icona e capitano della squadra che nel 2019 era riuscita a vincere il campionato femminile di calcio NCAA. Un risultato strepitoso nel quale Katie aveva avuto un ruolo decisivo, parando due rigori nella finale contro North Carolina e diventando molto famosa negli Stati Uniti grazie al video della sua esultanza, diventato virale.
Martedì mattina questa giovane campionessa dal sorriso solare e contagioso è stata trovata morta nella sua stanza ed ora i suoi genitori hanno rotto il silenzio per svelare le ragioni per cui Katie è arrivata a togliersi la vita: "Sì, è morta suicida – ha confermato la madre Gina a NBC News – Gli ultimi due giorni sono come il peggior incubo per un genitore e non ti svegli mai, è orribile. Credo che non abbiamo neanche realizzato quanto è accaduto, siamo ancora sotto shock".
Nella loro ricerca di risposte sulla morte di Katie, la coppia ha affermato di ritenere che la figlia abbia ricevuto un'email in merito a una potenziale azione disciplinare da parte dell'università. "Katie stava difendendo una compagna di squadra nel campus per un incidente e le ripercussioni della sua difesa di quella compagna di squadra probabilmente avrebbero comportato un'azione disciplinare", ha detto il padre Steven. "Non abbiamo ancora visto quell'email – ha aggiunto la madre – Riceveva email sulla questione da un paio di mesi. Questa era una specie di lettera finale che diceva che ci sarebbe stato un processo o qualcosa del genere. Questa è l'unica cosa che possiamo pensare che abbia innescato qualcosa in lei".
La Stanford University ha rilasciato una dichiarazione in merito alla convinzione dei Meyer che la figlia avrebbe affrontato una possibile punizione da parte del college: "La nostra intera comunità è devastata dalla morte di Katie e condividiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia di Katie e a tutti coloro che l'hanno conosciuta a Stanford, in tutto il Paese e in tutto il mondo. Katie ha toccato così tante vite. Non possiamo condividere informazioni su questioni disciplinari riservate degli studenti. Noi, come comunità universitaria, continuiamo a soffrire assieme alla famiglia di Katie e ad amare i nostri ricordi di lei".
Gina e Steve ora si chiedono se la pressione combinata di scuola e sport sia stata eccessiva per la figlia. "Ci sono ansia e stress per essere perfetti, per essere i migliori, per essere il numero uno", ha detto Gina. L'ultima conversazione dei Meyer con la figlia è avvenuta su FaceTime poche ore prima che si togliesse la vita. "Era eccitata – ha detto la madre – Aveva molte cose da fare. Ma era felice. Era di ottimo umore". "La solita gioviale Katie", ha aggiunto il padre.
La famiglia Meyer spera di far partire ora un dibattito sull'apertura di una comunicazione tra genitori e università. I genitori spesso non vengono avvisati di cosa sta succedendo ai loro figli perché la maggior parte degli studenti universitari ha più di 18 anni e sono considerati adulti, ma i Meyer sentono di aver perso un'occasione per salvare la figlia se solo avessero saputo cosa stava passando. "In questo momento stiamo solo lottando per sapere cosa è successo e perché è successo – ha concluso Gina Meyer, che durante l'intervista indossava la felpa rossa di Katie – Abbiamo solo il cuore spezzato".