Juventus-Napoli, ricorso bocciato: restano 3-0 a tavolino e punto di penalizzazione
La Corte d'Appello Federale ha respinto il ricorso presentato dal Napoli. "Ha orientato la propria condotta al precipuo scopo di non disputare il predetto incontro, o, comunque, di precostituirsi una scusa per non disputarlo". È questo il passaggio cruciale del dispositivo che definisce doloso l'atteggiamento della società ed esclude cause di forza maggiore.
Il club azzurro aveva impugnato il verdetto del Giudice Sportivo che inflisse sconfitta per 3-0 a tavolino e punto di penalizzazione per la mancata presentazione della squadra a Torino in occasione della partita di campionato contro la Juventus. In buona sostanza, è stata confermata la tesi secondo cui la scelta premeditata di non partire fu della società perché la situazione che si era creata – come indicato nel verbale – non era "affatto incompatibile con l'applicazione delle norme specifiche dell'apposito Protocollo sanitario Figc e quindi con la possibilità di disputare l'incontro di calcio programmato in Torino".
Non è bastato nemmeno l'intervento in video-conferenza del presidente, Aurelio de Laurentiis, che – facendo leva sui provvedimenti emessi dalle Asl – ha ricostruito tutti i passaggi della vicenda. Uno in particolare: il Napoli era pronto a mettersi in viaggio per raggiungere l'Allianz Stadium ma venne fermato dal documento dell'autorità sanitaria. Cosa può fare adesso il Napoli? Proseguire nella scala dei ricorsi, rivolgendosi al collegio di Garanzia del Coni oppure intraprendere la strada della giustizia ordinaria facendo riferimento al Tar e al Consiglio di Stato.
Juventus-Napoli, il verdetto della Corte d'Appello.
Tra le varie motivazioni della Corte si legge come il Napoli “nei giorni precedenti la gara JUVENTUS-NAPOLI del 4.10.2020, ha orientato la propria condotta al precipuo scopo di non disputare il predetto incontro, o, comunque, di precostituirsi una scusa per non disputarlo”.
"Ciò che emerge è, invece – si legge ancora nella nota diramata dalla Figc – la preordinata volontà della Società ricorrente di non disputare la gara (volontà, desumibile da diversi indizi, quali la reiterazione delle richieste di chiarimenti in ordine alle conseguenze derivanti dall’isolamento fiduciario del gruppo squadra, la cancellazione, fin dalla serata del giorno antecedente quello dell’incontro, che, peraltro, era in programma per la sera, del volo charter ma, soprattutto, l’annullamento della prenotazione dei tamponi che avrebbero dovuto effettuarsi, secondo le previsioni del Protocollo, nella giornata di svolgimento della gara).
Comportamenti, questi ultimi, che, contrariamente a quanto affermato dalla Società ricorrente – si evidenzia nel comunicato ufficiale – non sono, affatto, irrilevanti, essendosi, poi, concretizzata (ma solo nell’imminenza della disputa della gara), la causa di forza maggiore ovvero il factum principis, rappresentato dal divieto di recarsi a Torino, opposto alla Società ricorrente dalla competente Autorità sanitaria di Napoli, solo nell’imminenza della disputa della gara (nota del 4 ottobre 2020, ore 14,13 della ASL Napoli 2 Nord)".
Napoli, cosa succede adesso?
Si attende dunque una possibile mossa del Napoli per proseguire nella scala dei ricorsi. Il club azzurro potrebbe infatti adesso rivolgersi al collegio di Garanzia del Coni oppure intraprendere la strada della giustizia ordinaria facendo riferimento al Tar e al Consiglio di Stato.