Juventus-Napoli, la ricostruzione che porterà alla decisione del giudice sportivo
La partita tra Juventus e Napoli della 3a giornata di Serie A in programma domenica 4 ottobre alle ore 20.45 non si è giocata. I bianconeri si sono presentati lo stesso allo ‘Stadium’, sono scesi in campo, hanno atteso fino alle 21.30, sapendo che comunque i partenopei non sarebbero sbucati da nessuna porta. Quest’anno Juve-Napoli non è, o non dovrebbe essere, una partita scudetto, ma si è presa tutta la scena e se la terrà a lungo, anche se lo ha fatto per motivi tutt’altro che calcistici.
La storia è nota. Il Napoli non ha giocato a Torino, anzi, a Torino non ci è proprio andato dopo aver ricevuto, nella serata di sabato lo stop dall’Asl Napoli 2 che ha impedito alla squadra partenopea di imbarcarsi sul volo per Torino e ha obbligato calciatori e staff tecnico a effettuare due settimane di isolamento domiciliare, che tutti effettueranno nel centro tecnico di Castel Volturno.
Da quel momento è successo di tutto. La Lega di Serie A attraverso un comunicato ha fatto sapere che la partita si sarebbe giocata regolarmente, nella data e l’orario prestabilito. Quella nota non ha spostato di una virgola l’intendimento del club partenopeo che è rimasto in Campania, perché, come ha spiegato l’avvocato Grassani, il Napoli non rispettando lo stop dell’Asl avrebbe commesso un reato: “C’è stato un lungo carteggio, ci sono più comunicazioni di Asl e Regione Campania in una stessa direzione, ovvero quella di impedire ai giocatori in contatto stretto con i positivi di abbandonare i propri domicili, e c’è il divieto di uscire dai confini italiani per i nazionali”.
La Juventus ha tirato per la sua strada, forte del comunicato della Lega di A e dei protocolli che stabiliscono che una squadra deve scendere in campo se ha a disposizione 13 calciatori – i positivi del Napoli sono due: Zielinski e Elmas. La Juve così si è presentata, un’ora prima del via ha pubblicato anche la formazione ufficiale ed è scesa in campo. Dopo quarantacinque minuti e cioè alle 21.30 è arrivato lo stop ufficiale con l’arbitro Doveri che ha annullato la partita. Nell’attesa del fischio finale ha parlato il numero uno bianconero Agnelli che ha ribadito che la Juventus rispetta la regole e soprattutto tiene fede al protocollo: “Ho detto che la Juve rispetta i regolamenti e questa è stata la comunicazione tra me e Aurelio. Il suo messaggio era per rimandare la partita. Ma abbiamo delle norme, dei regolamenti: la richiesta può essere legittima”.
De Laurentiis nella tarda serata di domenica aveva invece inviato una lettera alla Lega di Serie A, in cui chiedeva il rinvio della partita e soprattutto ne spiegava i motivi: “La Asl Napoli 2 Nord abbia precisato, l’insussistenza delle condizioni per autorizzare la trasferta dei calciatori in isolamento a Torino, così come la ASL Napoli 1 Centro ha confermato la totale condivisione con quanto riferito dal Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale Campania secondo cui i soggetti destinatari della nota ASL di data odierna sono tenuti a non allontanarsi dal domicilio. Alla luce di quanto sopra, si rinnova l’istanza, alla Lega Serie A, di voler disporre, senza ulteriore indugio, il rinvio della gara ad altra data”.
Il giudice sportivo deciderà sul 3-0 a tavolino
E ora cosa succede? Domani il giudice sportivo dovrebbe decidere. Il condizionale è d’obbligo. Regolamento alla mano c’è poco da discutere. Perché la decisione è già scritta: 3-0 a tavolino per la Juventus e pure un punto di penalizzazione per il Napoli. Ma la decisione potrebbe essere rinviata considerato che nelle prossime ore dovrebbe tenersi un incontro tra i presidenti di FIGC e Lega, Gravina e Dal Pino, con il Ministro dello Sport Spadafora, che nelle ultime ore in realtà si è già espresso, come il Ministro della Salute Speranza, dicendo che la salute viene prima del calcio. Si va dunque verso una modifica del protocollo che potrebbe dunque anche cambiare le sorti di questo Juventus-Napoli che forse si disputerà in modo tradizionale tra qualche mese.