Juventus, Agricola lascia il J Medical: il medico fu al centro dello scandalo doping

A poche ore dal ritorno in campo per la prima giornata di ritorno, che vedrà i giocatori di Maurizio Sarri affrontare allo Stadium il Parma, la Juventus saluta il dottor Riccardo Agricola. Con un comunicato ufficiale emesso nelle scorse ore, i vertici della clinica bianconera hanno infatti comunicato l'addio dello storico medico juventino: tornato nel 2017, a dieci anni dalla prescrizione del celebre processo per doping, per ricoprire il ruolo di responsabile della direzione sanitaria del J Medical.
Il comunicato del J Medical
"Il Dottor Riccardo Agricola ha terminato il suo incarico di Direttore Sanitario del J Medical – si legge nella nota della società piemontese – A partire dal nuovo anno questo ruolo è ricoperto dal Dottor Luca Semperboni, medico specialista in medicina dello sport, che vanta una lunga esperienza presso analoghe strutture e nelle squadre giovanili di Juventus. L'inserimento del nuovo Direttore Sanitario completa la riorganizzazione del centro che da dicembre ha affidato la Direzione Generale al Dottor Luca Stefanini, già responsabile sanitario di Juventus. J Medical ringrazia sentitamente il Dottor Riccardo Agricola per l'impegno e la professionalità profusi nell'espletamento dell'incarico e, apprezzandone le capacità di medico specialista, proseguirà a collaborare con lui".

La denuncia di Zeman e il caso doping
Riccardo Agricola fu al centro delle accuse mosse alla Juventus nei primi anni duemila. L’ex medico sociale venne infatti coinvolto nel processo doping, nato dalle parole di Zdenek Zeman sulla presunta somministrazione di sostanze proibite ai giocatori della Juventus. Un'accusa che nel 2002 portò l’ex responsabile sanitario della società bianconera alla condanna in primo grado ad un anno e dieci mesi per ‘somministrazione di Epo e specialità medicinali per qualità diverse da quelle dichiarate'. Una sentenza che venne ribaltata tre anni più tardi con l’assoluzione in appello e la successiva prescrizione del reato, che evitò ad Agricola la condanna della Corte Suprema per la violazione della legge del 1989 sulla frode sportiva.
La difesa di Agricola
Per difendersi da quello che la Corte di Cassazione definì ‘un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci‘, e per il quale vennero chiamati a testimoniare molti giocatori dell'epoca (tra questi anche Zinedine Zidane, Alessandro Del Piero e Antonio Conte), Riccardo Agricola dichiarò: "Ho solo fatto quello che facevano tutti, nel calcio. Somministrare medicinali non dannosi non per uso terapeutico. Ma per consentire ai giocatori il recupero fisico. Una pagliuzza che è stata trasformata in una bomba".