Juventus, accettato il patteggiamento: solo una multa da 718mila euro per la manovra stipendi
Il Tribunale federale nazionale ha accettato la proposta di patteggiamento, la Juventus chiude il secondo filone del processo sportivo (quello relativo a manovre stipendi, ai rapporti con gli agenti e alle partnership con altre società) con una multa lieve (718.240,00 euro) e rinuncia a ogni ricorso sul precedente provvedimento (la penalizzazione di -10 per la questione delle plusvalenze sospette).
Per i bianconeri è la soluzione migliore possibile, considerata l'opportunità di mettere una pietra sopra oggi a vicenda che – in caso di ulteriori appelli e di processo – avrebbero rischiato d'inficiare anche la prossima stagione oltre che aumentare il rischio di sanzioni molto più gravi.
La Società – è il testo del comunicato ufficiale -, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non).
La definizione di tutti i procedimenti sportivi FIGC aperti consente infatti alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva ed in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione (sia con riferimento alle attività sportive che per quanto attiene ai rapporti di business con gli sponsor, le altre controparti commerciali e quelle finanziarie).
La strategia adottata dai legali bianconeri aveva anche un altro obiettivo molto importante: riuscire a conservare il settimo posto in graduatoria e la qualificazione alla Conference League. Ma, alla luce della mancata penalizzazione, la squadra di Allegri può ancora agganciare un piazzamento per l'Europa League. Perché è così importante blindare un piazzamento nella zona coppe? Per far sì che, in caso di provvedimenti da parte della Uefa, l'estromissione dai tornei continentali per club sia pena da scontare solo nella prossima edizione delle Coppe e non per due anni di fila. Di seguito la nuova classifica di Serie A dopo la decisione del Tribunale Federale.
La classifica di Serie A dopo la sentenza del TFN
1. Napoli 87
2. Lazio 71
3. Inter 69
4. Milan 67
5. Atalanta 61
6. Roma 60
7. Juventus 59
8. Torino 53
9. Fiorentina 53
Le sanzioni economiche: l'importo delle ammende a club e dirigenti
Meno di un milione di ammenda e nessun aggravio alla penalizzazione già scontata nella graduatoria attuale, è questa la sanzione inflitta alla Juve ma nel documento del Tribunale Federale sono indicati anche gli altri provvedimenti pecuniari nei confronti dei protagonisti del vecchio board. Eccoli nel dettaglio a eccezione di Andrea Agnelli che ha scelto di non patteggiare: 47 mila euro per Fabio Paratici, 35,25 mila euro per Pavel Nedved, 32,5 mila euro per Federico Cherubini.
A completare il quadro delle pene solo economiche anche quelle comminate nei confronti di altri ex dirigenti quali: Cesare Gabasio (18,5 mila euro), Paolo Morganti (15 mila), Giovanni Manna (11,75 mila) e Stefano Braghin (10 mila).
Stralciata la posizione di Andrea Agnelli: non patteggia, va a processo
Nell'ordinanza del Tribunale federale c'è ancora un aspetto importante. L'ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha visto stralciata la propria posizione e continuerà le interlocuzioni con la Procura.
"Al fine di ottenere un rinvio per proseguire nelle già avanzate interlocuzioni finalizzate alla valutazione di una proposta di accordo ex. art. 127 CGS – si legge nella nota ufficiale -, ritenuta la richiesta meritevole di accoglimento, stralcia dal presente procedimento la posizione del dott. Andrea Agnelli, la cui trattazione rinvia all’udienza del 15 giugno 2023, in presenza, con salvezza dei diritti di prima udienza"
Cosa vuol dire? Non dovesse riuscire a trovare un accordo, l'ex massimo dirigente (dimissionario il 29 novembre scorso) affronterà il processo che in calendario è previsto per il 15 giugno. Dietro una posizione del genere ci sarebbe una motivazione precisa: portare avanti personalmente la battaglia legale.