Juve salvata dal patteggiamento: cosa avrebbe chiesto la Procura FIGC se non ci fosse stata l’intesa
Il patteggiamento con la Procura FIGC per la questione delle "manovre stipendi" ha permesso alla Juventus di chiudere i conti con la giustizia sportiva italiana. Il club bianconero ha infatti rinunciato a ricorrere nuovamente al Collegio di Garanzia del Coni per i 10 punti di penalizzazione in classifica ricevuta nel processo per le plusvalenze fittizie e pagherà una multa di 718mila euro per il secondo contenzioso per cui era stata deferita. Un epilogo dunque che ha un po' sorpreso tutti dato che, osservatori, addetti ai lavori ed esperti di giustizia sportiva sembravano concordare sul fatto che le accuse rivoltegli in questo secondo filone d'inchiesta fossero più gravi rispetto a quelle per cui è stata punita nel primo processo sportivo.
E per chiarire proprio questo aspetto abbiamo chiesto spiegazioni all'avvocato Carlo Rombolà, esperto di diritto sportivo e professore universitario di diritto Internazionale dello Sport, che, tra le altre cose, ha anche ipotizzato quale sarebbe stata la richiesta di sanzione da parte della Procura FIGC per la Juventus per questo secondo processo sportivo qualora non si fosse arrivati ad un'intesa sul patteggiamento. Secondo il professor Rombolà, se le accuse, some sembra, fossero davvero considerate più gravi rispetto al primo procedimento in cui è stata coinvolta, infatti con molta probabilità il Procuratore Chinè avrebbe chiesto una sanzione più pesante rispetto a quella chiesta nel processo per le plusvalenze fittizie (l'ultima richiesta in quel caso è stata di una penalizzazione in classifica di 11 punti).
Di seguito l'intervista integrale rilasciata dall'avvocato Carlo Rombolà ai microfoni di Fanpage.it in merito al patteggiamento della Juventus con la Procura FIGC con cui si è concluso il secondo filone d'inchiesta riguardante le cosiddette "manovre stipendi", i rapporti con i procuratori e le partnership sospette con altre società calcistiche.
Si aspettava che la vicenda si chiudesse con un patteggiamento?
"È un epilogo che ha sorpreso un po' tutti, ma l’istituto dell’applicazione della sanzione su richiesta è un caposaldo del diritto processuale dello sport italiano: evidentemente, la proposta del club bianconero ha incontrato il gradimento della Procura federale".
Cosa ha convinto la Procura ad accettare il patteggiamento?
"È un'ottima domanda, ma andrebbe rivolta a chi ha ricevuto la proposta, ovverosia la Procura federale. Può aver pesato la volontà della Juventus di non proseguire nei ricorsi, ma restiamo nel campo delle ipotesi".
La Juventus patteggiando ha evitato un'altra pesante penalizzazione in classifica?
"Anche qui, bisognerebbe avere a disposizione le carte processuali. Se è vero che le accuse più gravi provenivano dal secondo filone di indagini, è lecito supporre che le richieste della Procura avrebbero potuto essere più alte che nel caso delle plusvalenze".
La Juventus patteggiando ha ammesso di aver commesso ciò di cui era accusata?
"L'applicazione della sanzione su richiesta, ex art. 127 del Codice di Giustizia Sportiva, non equivale, per definizione, a un’esplicita ammissione di colpa. È altrettanto vero, tuttavia, che chi vi ricorre, in genere, si ritiene in difetto rispetto alle incolpazioni che gli vengono rivolte".
E adesso cosa ci dobbiamo aspettare dalla UEFA?
"La UEFA potrebbe decidere in autonomia una pena ulteriore in aggiunta alle determinazioni del giudice federale italiano. Il condizionale, in questo caso, è più che mai d’obbligo. Di certo, un eventuale provvedimento di esclusione produrrebbe i suoi effetti dalla stagione successiva in cui il club si dovesse qualificare alle competizioni europee".