Juve, oggi la decisione sulla riapertura del processo sportivo per le plusvalenze: cosa rischia
Per la Juventus oggi 20 gennaio è una giornata delicatissima perché è stata fissata l'udienza davanti alla Corte d’Appello federale sul caso plusvalenze. Dunque, la Camera di Consiglio dovrà decidere se riaprire o meno il processo sportivo, un dubbio che verrà sciolto nelle prossime perché, nonostante le nuove prove, il processo potrebbe anche non essere riaperto. Se la richiesta della Procura fosse invece accolta si passerà immediatamente all'analisi delle nuove prove.
Oltre alla Juventus sono attualmente coinvolte anche altre otto società, ovvero Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara. La richiesta della Procura federale si basa principalmente sui nuovi elementi di imputazione emersi dalle carte dell’inchiesta "Prisma" su cui si dovrà esprimere la Corte d’Appello della Figc. Il procuratore Giuseppe Chiné avanzerà le richieste di sanzioni nel momento che considererà che sussistono le condizioni per un nuovo procedimento. Infatti, secondo la Procura Federale ci sarebbero nuove determinanti prove che potrebbero dimostrare la colpevolezza delle società attraverso i contestati scambi di giocatori tra club, funzionali esclusivamente a sistemare i bilanci.
La decisione della Camera di Consiglio sarà immediata e dunque, al massimo a inizio prossima settimana, si saprà se il processo sportivo continuerà e si procederà al terzo grado di giudizio, il Collegio di Garanzia del Coni. Il Collegio entrerà di diritto nel giudicare l'eventuale legittimità di quanto avvenuto senza potersi esprimere nel merito con l'obbligo di mostrare le motivazioni entro 10 giorni. Cosa significa? Che il tribunale dovrà valutare se le nuove prove siano considerate ammissibili e esprimere un giudizio se vi sia stato illecito oppure no. Intanto, se si dovesse riaprire il processo sportivo potrebbero scattare subito anche altri deferimenti qualora la Procura Federale sospettasse anche altre società coinvolte nel giro delle plusvalenze fittizie, fino ad oggi rimaste escluse.
Ma quali scenari si prospettato per la Juventus e le società coinvolte nell'inchiesta "Prisma"? Al momento è difficile prevedere quale si ritenga essere la corretta sanzione da parte della Procura. Si va da una inibizione per i dirigenti, a una maxi multa economica per i club, fino a spingersi all'ipotesi più estrema: richiedere una penalizzazione in classifica. Poco prima di Natale, il 22 dicembre si era riaperto un nuovo fronte sulle contestate plusvalenze il cui processo è oggetto di verifica odierna aprendo al rischio di dover fare fronte a tre processi sportivi. C'è il fascicolo aperto dalla Procura di Giuseppe Chinè che riguarda la vicenda stipendi e si sono aggiunte le richieste di riaprire il processo plusvalenze, concluso in appello con tutti i capi d'accusa prosciolti, e di esaminare un ulteriore fascicolo sui nuovi fatti ritenuti dall'accusa rilevanti.
La Juventus ha già depositato una memoria difensiva in cui richiede che il ricorso per la revocazione sia respinto o almeno dichiarato inammissibile poiché i nuovi elementi sono ritenuti irrilevanti. La società bianconera ha già ribadito "la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte federale di appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta". Questo nella memoria ufficiale, poi ribadita anche in occasione del nuovo CdA presieduto dal presidente Ferrero, subentrato dopo l'ultimo tsunami societario: "Vogliamo uguale rispetto per poter discutere con serietà e rigore, nelle sedi competenti, quelle che sono state le motivazioni del nostro agire".